venerdì 30 dicembre 2016

La dimensione politica del mondo.

L'amministrazione uscente, piccata dalla vittoria di Donald Trump, sta producendo gli ultimi colpi di coda. Ha espulso trentacinque diplomatici, civili e militari russi, che con i fatti presunti e contestati non c'entravano niente, per ritorsione contro l'hackeraggio portato a compimento da un gruppo di hacker russi, sotto l'egida dell'FSB, l'agenzia di spionaggio esterno che ha preso il posto del KGB. Costoro avrebbero pesantemente interferito nella campagna elettorale americana, a scapito della Clinton e dei democratici, preferendo un socio, in affari con molti oligarchi russi, lui e i suoi uomini. Questo è tipico delle amministrazioni affaristiche repubblicane; anche Bush junior e la sua famiglia, insieme a buona parte di quella amministrazione, a cominciare dal Segretario di Stato Condoleeza Rice, avevano cospicue cointeressenze nel settore petrolifero e, per questo, mossero guerra all'Iraq, completando il lavoro del capostipite, George W.H. Bush, che si era attardato al comando per un solo mandato, dopo due da vice con Donald Reagan. Con la Clinton non sarebbe stato diverso, anzi, la probabilità di un'altra guerra, dopo quella libica, da lei voluta e demandata, per lo smarcamento di Obama, alla Francia, all'Inghilterra, in misura minore, col solito supporto logistico traditore dell'Italia, ma Donald Trump, con il suo spregiudicato conflitto d'interessi, interconnesso con quella del suo staff e dei magnati russi, ha del clamoroso. Quello di Sivio Berlusconi, a tutela del quale regnò madiaticamente, prima della rimozione golpista di Napolitano e Monti, per conto di Germania e Francia, risulta parametrato alla piccolezza e piccineria dell'Italia, ma questi intrighi di interessi economici, da parte di persone che detengono le decisioni sulla pace e sulla guerra, inquietano e sconcertano. Fra tutti i popoli elettori, quello italiano si distingue per saggezza e precisa individuazione dei probelmi. Spero che continui, perché se dovesse cessare o farsi confondere, per questa piccola nazione sarebbero dolori e restrizioni, a cominciare da quella principale, da molti sottovalutata e da qualcuno odiata: la libertà. La Russia ha annunciato contromisure; non è più l'Unione sovietica che si chiudeva nel suo bunker e reagiva propagandisticamente - salvo incursioni in alcune zone del mondo, represse dai colpi di Stato provocati dagli statunitensi - ma reagisce o tratta da pari a pari, con ritrovata sicurezza e come le compete sul piano diplomatico. Anche le inammissibili incursioni, sul piano formale, per favorire un candidato di estrema destra, ma più malleabile per ragioni empiriche nei loro confronti, è ancora molto poco rispetto alle interferenze sotterranee da sempre messe in atto dagli Stati Uniti, per giustificare le loro guerre, dirette o per procura, e la loro invadenza nascosta, nella vita di tutti gli altri Paesi, per loro strumentalmente, anche momentaneamente, strategici. Sarà un bel match. Intanto, il lavoro di sputtanamento del serafinico-abbondante magnate ereditario newyorkese, continua e continuerà anche durante il suo mandato, coniugando la lotta interna con quella dei competitors economici, politici o militari sullo scacchiere finanziario ed energetico del mondo, ridottosi a questa dimensione.

Nessun commento:

Posta un commento

Sono graditi i tuoi commenti