sabato 24 gennaio 2015

Sulle note di "Bella ciao", che si canta ovunque, tranne che in Italia.

Domani si voterà finalmente in Grecia, in un Paese che per entrare nella zona euro e favorire una minuscola cricca di censo e di potere, ha costretto alla disperazione ed al suicidio una parte statisticamente rilevante della sua popolazione. I superstiti vivono nella miseria. Non mi faccio retoriche illusioni sulla coerenza di Syriza, ma voglio sottolineare come quel piccolo popolo, corrotto e levantino per definizione, di meno di dieci milioni di abitanti, sappia reagire - pur impedito di esprimersi attraverso un referendum - all'estranea prepotenza di un neo direttorio europeo, composto da una sola nazione e dai suoi burattini. La Grecia non fu duale durante la sua guerra di liberazione dai nazisti, il fascismo interno è riconoscibile, prossimo e sempre presente, ma anche l'opposizione sociale non molla, non si nasconde e non cerca la finzione assimilatoria. Ecco perchè l'Italia non riuscì a "spaccare le reni alla Grecia". Spero che da dopo domani si apra nella zona euro una nuova e sostanziale area di crisi che riporti - con tutti gli effetti negativi, corollarici o indotti - sul proscenio i diritti e le necessità. Temo, purtroppo, che il costume e la sub cultura delle popolazioni inurbate, l'80% del totale, congiureranno contro una possibile sterzata, nel senso della serietà e della coerenza con le quali si possono supportare efficacemente le proprie rivendicazioni. Ma è necessario ricominciare.

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