venerdì 16 gennaio 2015

Affetti, amicizia e famiglia.

A Milano, un ventiduenne ha ucciso a pugni e a calci un clochard che si era permesso di accarezzare il suo dogo argentino, un cagnaccio da combattimento, degno del padrone. Il pestaggio omicida è avvenuto alla presenza della fidanzata del giovane e di alcuni suoi amici, fuori da una discoteca. Subito dopo lo scempio e mentre l'uomo agonizzava sull'asfalto, il gruppo si era portato a qualche chilometro di distanza e aveva concordato una versione univoca, fin troppo dettagliata da risultare sospetta ed a portare, in fine, all'incriminazione dei colpevoli, a diverso ma egualmente ripugante livello. Sono certo che se la pena risulterà scontata e se si risolverà in un breve soggiorno carcerario per non compromettere le possibilità di tal giovane di buona famiglia, nessuno se ne risentirà, In fondo, lo stronzo era il barbone e per una persona così non si compromettono le possibilità di chi è meglio nato e la prospettiva di costituire un'altra famigliola criminale - ma secondo canoni contemplati - e omertosa come la sua, anzi la loro.

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