sabato 17 gennaio 2015

L'ammuina.

Quando vengono sovrapposte sulla melma italiana le prassi importate da un paese nel quale vota il 25% degli aventi diritto e nel quale le primrie, di ben altra imponenza, sono caratterizzzate e determinate dal denaro che i candidati riescono a raccogliere, non può che centrifugarsi ogni sorta d'improprietà, d'incultura civile, di interessi particolari e, di conserva, familiari ed ambientali, criminologici ed opportunistici e trasformare definitivamente la ritualità democratica in "un'ammuina" senza spettatori. Ma l'abbandono delle urne da parte degli elettori, non arresta il gioco convulso ed opportunistico dei candidati, ormai d'occasione; continuano a praticarlo a teatro vuoto, perché a loro interessava solo il proprio narcisismo, il pubblico, se c'era, al buio, era di contorno. Continuiamo a vivere in uno stolido regime, frutto di un colpo di Stato bianco e ci accingiamo ad eleggere un altro burattino - dato che un altro cinico manutengolo non è ravvisabile fra i gioviali ed insulsi politicanti, alcuni ai vertici, anche se neppur eletti -. Ogni atto che ci verrà imposto, in questa condizione di mancanza di rappresentatività, di sistemazioni fra capi-banda e di ambizioncelle da retrovie di figure emerse dal nulla, qualsiasi atto futuro sarà da archiviare e da rivedere, purtroppo con tutti i salvacondotti del caso, quando, rispediti al mittente questi privati reggitori della cosa pubblica, bisognerà ricostruire lo scheletro giuridico della società, la base democratica, senza la quale non deve esistere società, neppure in questo paese di Pulcinella.

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