mercoledì 28 gennaio 2015

Auspici.

Sarebbe opportuno che alle prossime elezioni legislative tedesche Angela Merkel trovasse sul suo cammino un altro candidato alla Cancelleria, più politico, in senso alto, che esiste, che ragioniere, a voler essere enfatici: tecnocrate. La politica della Merkel è grigia, contabile, pigra. Essere leader richiede ben altre capacità e ben altro impegno. In fondo, la Germania si è trovata, per suo merito, ad essere capofila in Europa e dovrebbe considerare questo ruolo come un onere e non come un privilegio a cui assoggettare tutti gli altri. Non è utopistico. Pur mantenendo la tradizionale serietà diurna ( di notte, i tedschi sbracano come pochi altri ), la grande cultura teutonica dovrebbe saper esprimere una classe governativa più incline alla gestione di lungo corso, piuttosto che alla cautela conservativa di una posizione che per la Germania non è mai stata inerte, ma il frutto di una costante e pervicace applicazione. Che possa intravedere disarmonie rispetto al suo costume e che non voglia più sopportarne gli oneri clientelari è comprensibile e pure giusto, ma che pretenda di imporre improvvisamente il suo metodo, pena ritorsioni e disgregazione sociale nella altre nazionalità, è inammissibile e da rigettare. La storia recente, del dopoguerra, ha espresso ben altre personalità della catapultata, per vie nebulose, Cancelliera al vertice del Governo, direttamente dal trampolino della Democrazia cristiana tedesca, che non può mascherare i suoi trascorsi burocratici e dittatoriali. Angela Merkel è stata funzionaria presso l’Accademia delle Scienze della Ddr ( è laureata in fisica, ma niente di più ) e nella direzione del sindacato aziendale e parla la lingua russa. Dal 1981 in poi la Merkel è stata segretaria della Libera Gioventù Tedesca (Freie Deutsche Jugend, o Fdj) per l’Agitazione e la Propaganda (Agitprop) - il dipartimento ideologico - una pagina della sua vita documentata ma sempre negata dall’interessata. La Fdj, che già a soli 16 anni l’aveva premiata per "l'eccezionale performance sociale e scolastica" con la medaglia Lessing nel 1971, era un’organizzazione giovanile strettamente legata al Sozialistische Einheitspartei Deutschlands (Sed), il Partito socialista unificato rimasto al potere dalla nascita fino alla scomparsa della Ddr. Nel 1989 la Merkel si oppose persino alla riunificazione tedesca, preferendo, per non stemperare e pregiudicare la sua posizione, un "socialismo democratico" in una Germania Est indipendente. Eppure, solo 15 mesi dopo la caduta del muro riuscì a entrare nel governo federale ( larghe intese, patti del Nazareno? ) come ministro per la Famiglia, gli anziani, le donne e la gioventù. Aveva raggiunto in tempo record i vertici della Cdu come vice, grazie ai suoi "protettori" Wolfgang Scnhur, capo del Movimento democratico tedesco orientale e Lothar de Maiziere (di cui la Merkel era viceportavoce), ultimo capo di governo della Ddr. Entrambi erano collaboratori della Stasi, il famigerato "ministero per la sicurezza di Stato" (Ministerium für Staatssicherheit). Fu la Merkel a definire una sciocchezza le accuse di ispirazione delle azioni della Rote armee fraktion, i cui membri furono uccisi in carcere con teutonica, incivile oltre che illiberale attitudine, nella Repubblica federale, dopo il sequestro e l'omicidio del capo degli industriali. I documenti della Stasi erano stati opportunamente distrutti, poco prima della non auspicata riunificazione. Se Margaret Thatcher fu la dissolutrice del welfare inglese e la privilegiatrice degli interessi economici privati, Angela Merkel è la potenziale ( per la Grecia, già da tempo in atto ) devastatrice delle tutele sociali in Europa, in nome dell'egoistica salvaguardia apolitica del privilegio tedesco e, ancora una volta, personale. Un salto all'indietro di almeno due generazioni. Che si tratti di una regressione di genere? Gli esiti di una prolungata leadership femminile ( tre mandati per la Thatcher, tre mandati per la Merkel ) manifesta una evidente tendenza conservatrice di un privilegio statico per assicurarsene l'esercizio futuro. Per questo, sarebbe ora che la Merkel fosse politicamente avvicendata. E, dopo di lei, riformata la Troika, possibilmente non con elementi italiani.

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