giovedì 15 gennaio 2015

Pagliacci di tutte le risme.

Dopo il generico e pieno di contraddizioni moto di solidarietà ad un giornalino privo di rispetto per tutte le celebrazioni popolari, religiose e politiche, sociologiche e teatrali, dopo un iniziale silenzio, tornano a manifestarsi i luoghi comuni confermatori dei modelli, occasionalmente uniti nella lotta alla loro disgregazione. Il pampa-papa afferma: non si offende la fede degli altri, non la si deride. Se uno mi dice fijo de puta, offende la mia mamma e io gli dò un pugno: è normale. Che c'entra la fede con la mamma puttana? Forse sì, c'entra. Dopo i roghi la vendetta jiadista, una matrice comune. D'altra parte, due, delle tre, religioni monoteiste hanno una koiné ebraica comune, sono la stessa cosa e, per questo, si sono sempre combattute. Unica eccezione, fino alla fondazione dello Stato d'Israele, è stato l'ebraismo medesimo, che ha dovuto imparare a difendersi. La Francia laica e illuminista, ha messo agli arresti domiciliari un contro-satirico che aveva sbeffeggiato la retorica delle manifestazioni pubbliche del potere, il lutto per la satira e la demonizzazione degli annientandi, in simbiotica unione con gli sfigati che, quando manifestano da soli non vengono protetti dalla polizia, bensì manganellati oppure uccisi. Encomiabili, invece, i blogger laici dei paesi islamici più fondamentalisti che mettono a repentaglio la loro vita, ma non rinuciano a fare opposizione al potere ipocrita, dissimulatorio e contraddittorio con gli interessi dei loro paesi. Il pessimo presidente Napolitano, erede di un comunismo illiberale, ma già iscritto alla gioventù universitaria fascista, lodatore della repressione ungherese, giudice dei dissidenti del manifesto, infine "migliorista", ha tenuto a battesimo il colpo di Stato bianco dal quale non ci siamo ancora ripresi ed è andato a svernare a meno di quattrocento metri dal Quirinale, dove si trova la sua abitazione a Roma. Appena se ne è andato, è stato fatto santo. Subito. Il presidente del Consiglio non eleggerà direttamente il successore: non è deputato; l'ex senatore Berlusconi,in quanto espulso, neanche. Dal loro accordo sottobanco nascerà una presidenza manutengola e compromissoria. In questo senso, il candidato naturale sarebbe Pierferdinando Casini, ma anche Prodi perderebbe le sue ragioni di contendere con lo storico rivale elettorale, mentre Emma Bonino, che non sarebeb stata eletta, ma che sarebbe stata la candidata ideale, non nel novero delle donne, ma della qualità e dell'impegno, ha appena iniziato la sua personale, penultima o ultima battaglia con la morte.

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