venerdì 16 gennaio 2015

Finanziarizzazioni a ritroso.

Dopo la Wolkswagen, anche la FIAT/Chrysler avrà la sua banca, al servizio dell'azienda e ad essa strettamente subordinata. Tornano in auge i banchi familiari, oggi trasformati in banchi di gruppo, esclusivi e funzionali al sostentamento strategico dell'impresa. I banchi familiari, invero, avevano avuto un'altra genesi ed erano il prodotto della finanziarizzazione della rendita agricola, almeno in Italia, mentre in altre parti d'Europa, già erano lo strumento dell'industria dinastica, ad esempio la banca Buddenbrook. Attraverso un'azionariato controllato ed incrociato, codeste entità si mantenevano al di fuori delle rattrappite dinamiche di mercato e, soprattutto, vi tenevano fuori i famigli e la società nel suo insieme, costituendo la base delle fortune o delle sfortune dei movimenti politici, che si trasformavano funzionalmente al variar degli scenari. Il mondo dell'industria protetta si compatta e, assunta la forma della falange romana, emigra verso lidi fiscali meno compromessi, butta in strada decine di migliaia di persone e poi costituisce la sua banca. Le varie banche Ponti, Stella, dei fratelli Santi, ecc. non avevano che appena finito di trasformarsi - mantenendo il marchio - nel club privé, prima ancora che nel private banking, della sua cliemntela più tradizionale, o meglio, delle staticità conservative dei nuclei familiari opulenti che delegavano ad entità più grandi e articolate, le loro incursioni sul territorio libero del mercato. Da tutto questo e molto di più di quanto non sia sempre avvenuto, restano escluse o relegate ai margini dello spennamento, le classi lavoratrici, sempre ammesso che lavorino ancora.

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