sabato 24 gennaio 2015

Burlesque.

La disfatta sindacale si sta consumando, categoria per categoria (residua). Non è una buona notizia per uno Stato avido e indebitato e, neppure, per il tessuto delle aziende familiari che avevano sostenuto una buona diffusione del reddito e, a macchia di leopardo, avevano contribuito con le amministrazioni di sinistra alla costituzione di una buona rete di servizi. L'Italia, sostanzialmente duale, in quest'ambito è stata veramente quell'espressione geografica a cui alluse efficacemente Metternich. E' stata la retorica politica a recitare il contrario. Sull'abbrivio del clientelismo che ha sprofondato il bilancio statale a livelli non più sanabili e sulle ali dell'ignoranza, prima ancora che della malafede, di una classe politica arraffona e plebea, si sono sparpagliate le risorse create ad arte dal debito, sopperendo a indigenze da osteria, senza coinvolgere i beneficiari in un discorso lavorativo e senza subordinarle ad altro che ad un voto di scambio. Il risultato è l'attualità. La destra e la sinistra italiane trovano la loro sintesi nel neo-democraticismo di Matteo Renzie, mentre, almeno, la Grecia in miseria e la Spagna che residua dalla guerra civile schierano dei movimenti alternativi ( forse anche alla realtà ) ma decisamente oppositivi, in grado di mettere in discussione l'egemonia guglielmina, non cercata, ma raccolta sulle macerie dell'euro-zona. Le cavate di genio, italianisime, di Mario Draghi non possono sortire effetto, forse non sono neppure utili, tranne che ai bilanci della banche in ordine ( perché le dissestate non se ne accorgeranno neanche ); potrebbero, al massimo, consentire un prolungamento asfittico del clientelismo pre-elettorale. Ormai la politica è ai margini dei fenomeni economici, non può più influenzarli, per inadeguatezza ed incompetenza nelle scelte, per una cultura del sostentamento demandato che, nel contesto della libertà finanziaria e nell'ambito dei ricostituiti Stati nazionali post guerra fredda, nessuno vuole, né potrebbe accollarsi. Esuliamo quindi dai partiti e dai movimenti politici e dai sindacati rappresentativi solo di se stessi. Molti, probabilmente, ripiegheranno in canonica per cercare consolazione ad una situazione sempre più precaria, per demandare ad un'altra dimensione un'ipotesi salvifica. Il pampa-Papa lo ha capito perfettamente; la parte conservatrice della Curia ha a cuore solo i propri privilegi, come tutti gli altri privilegiati. In realtà, non sta cambiando niente; si stanno solo riassestando gli equilibri nei giochi di ruolo di una società ridicola.

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