mercoledì 1 gennaio 2014

E' nuovo e antico.

Le campane registrate di una chiesa suonano festose a richiamare i fedeli alla funzione. che loro hanno già celebrato questa notte. Le strade sono deserte, percorse solo da qualche centauro o appassionato di corse automobilistiche, che, col favore del riposo dei vigili, sfrecciano pericolosamente sulle corsie sgombre. Dalla chiesa risuonante escono, poco dopo, alcune vecchie signore, vedove per lo più, qualche "umarell" - è una dizione letteraria, non suoni dispregiativa - alcuni cagnolini al guinzaglio che, terrorizzati dal capodanno e dai suoi bellici rumori, si avventurano incerti ad annusare e piscettare confermativamente. Il pomeriggio sarà, per molti, "impastato e nebbioso"; verso sera, chi non è sulle piste di sci, ripiegherà su qualche cinema, per la curiosità mitologica dei bambini o per una riproposizione delle battute dal fruttarolo, dal barbiere o nel bar. Tutti gli esercizi, che non siano ludici, sono chiusi; fanno eccezione i minimarket degli Arabi, che non osservano, né orari, né festività e che raccolgono le dimenticanze e le ultime esigenze, a ore tarde, di ritorno dal lavoro, durante tutto l'anno, che loro calendarizzano diversamente. Gli sciami umani, incanalati sulle piste, affollano le ricche e costose localita sciistiche, mentre le città assomigliano al day after della bomba atomica, simbolizzata dagli scoppi di poche ore prima. Per i più ottimisti, si è trattato solo di un bombardamento a tappeto, praticato e subito dentro le domestiche e festaiole pareti: ci sono infatti caduti e mutilati agli arti e agli occhi e fra di loro, secondo le cronache di guerra, molti sono bambini che oggi piangono la loro disperazione, privi della vista o di una mano. La simbologia guerresca, ovviamente vittoriosa, si evidenzia dall'uso di armi da fuoco vere e dal loro strano utilizzo, non verso il cielo, ma ad altezza d'uomo, da finestra di condominio, direttamente al dirimpettaio del condominio di fronte. E' un aspetto su cui non si riflette o volutamente si sorvola. Due discorsi alla nazione, ieri sera, uno del bi-Capo dello Stato, l'altro di Beppe Grillo, che ha fatto bene - secondo me - a interporre una voce "popolare" alla retorica d'apparato. Ciascuno dei due ha detto cose, dal suo punto di vista, coerenti e, dal nostro, inalterate. La sicurezza coercitiva dell'apparato contro la difficile itineranza dialettica del cambiamento. Ne esistono i presupposti? Anche se non, bisogna inoltrarcisi, ma i due percorsi proposti, contraddittorio il primo, fluido e, per questo interessante, ma tutto da costruire e da definire, il secondo, sono antitetici. I bambini, accompagnati dal padre, portano gli auguri e il vischio nelle case dei parenti e degli amici; le donne sono bandite dalle visite e anche dal rispondere al telefono. E' una annuale rivincita della vecchia mentalità contadina, per la quale le donne portano sfortuna, mentalità dei campi che affonda le sue radici in un archetipo antichissmo e pagano della (in)civiltà nascente, per cui l'elemento umido della vita, identificato con la femminilità, apportava disgrazie. In molte famiglie si è superato o si è voluto superare questo costume, che non è uniforme in tutte le regioni, ma qualcuno, pur facendo buon viso a cattiva occasione, fa gli scongiuri. Fra costoro, molte sono le donne medesime. Finirà il mondo fra caleidoscopi futuristici, che, definitivamente, non si realizzeranno e l'ultima professione di fede ancestrale interpreterà alla sua "luce", l'evento.

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