sabato 25 gennaio 2014

Filamentosi.

Il Ministro del Welfare, un tal Giovannini, per far notare di esserci, pur in una condizione che non gli consente di svolgere funzione alcuna, d'accordo con gli screditatissimi tribuni della plebe, le aziende desiose di nuovi fattorini a costi decrescenti e senza cultura contrattuale e lo Stato che vorrebbe impiegare almeno un po' di mano d'opera giovanile, per ragioni pubblicitarie, ha fatto finta di elaborare un, per ora vago, progetto neo corporativo, in base al quale concorrebbero allo scopo uno e trino, sia lo Stato, sia i capitalisti privati ( col menga! )sia gli sprovveduti lavoratori in un crogiolo solidaristico a perdere, di cui si sono già avvertiti i prodromi nelle ipotesi di rinnovo dei contratti di lavoro delle diverse categorie, per le quali si ventila il part-time retributivo fra i vecchi e i nuovi assunti, che diventerà previdenziale in termini non ancora enunciati, ma prevedibili, di autoaccantonamento concordato corporativisticamente e nel quale sia lo Stato sia i capitalisti privati conosceranno una netta riduzione degli oneri a loro rispettivo carico ed i lavoratori, ormai in pensione, un tuffo definitivo nella povertà, dopo una faticosa vita, piena di illusioni compensative. Il grullo fiorentino, già presidente della Provincia, ora abolita e sindaco gigliato, oltreché segretario piddino, alla faccia dell'incumulabilità delle cariche e del conflitto di attribuzioni che ne deriva, sfida in interessi inconciliabili il Cavaliere che sembra esente dai suoi propositi rottamatori, rapidamente indotti nel suo partito da una pioggia di dimissioni, dalle quali scaturisce un partito diverso e indefinito. Questa gente non va presa sul serio e non bisogna perdersi in divagazioni con loro. I politici agiscono per se ancora in ambito nazionale, ma i fenomeni finanziari ed economici si giocano senza rispettare confini e il riferimento a queste sbiadite figure, abbarbicate ai loro strapuntini, non ha più un contenuto reale. Il pampa Papa gesuitizza a più non posso, con mellifua ipocrisia: ora il cristiano - perché non citano mai esplicitamente il cattolico? Non è la stessa cosa! - deve ricevere l'influsso delle opinioni discordanti ( non specifica quali ) con le sue ( proprio le sue o quelle dottrinarie? ), esserne influenzato, accantonando la predicatoria pretesa di essere solo lui l'influenzatore. Insomma, facciamo due chiacchiere cordiali, non sono questi i tempi dell'arroccamento su nessuna definizione; non ci sono ancora i riferimenti e chiudersi nei principi indefettibili e nei dogmi significherebbe esporsi ad una rapida marginalità, senza neppure l'aurea del martirio e della persecuzione. E' un'altra versione storica della Chiesa cattolica universale. Dopo vent'anni, si ricomincia a privatizzare. Esordì il convertito D'Alema a consegnare la Telecom a Roberto Colaninno, al quale Berlusconi consegnerà successivamente l'Alitalia ed il cui figlio siede nei banchi del PD in parlamento. La ricetta del fondo Monetario internazionale non cambia; è identica per tutti i paesi indebitati o del Terzo mondo, trattati conformemente ed a prescindere dalle mal distribuite infrastrutture e dalle attività imprenditoriali più o meno contraddette dalla crisi. Cambiano i burattini ma non il burattinaio. C'è un certo Toti a capo dell'organizzazione della rinata Forza Italia; fino a poche ore fa faceva il direttore del TG4 e di Studio aperto contemporaneamente e dovrà curare anche l'immagine rimaneggiata della seconda serie della saga familiar-padronale. Emilio Fede ha trovato un sostituto, se all'altezza si vedrà. Per ora frequenta, per dimagrire, la stessa beauty farm di Berlusconi, dove sicuramente avranno modo di parlare di strategie politiche. Non siamo ormai molto distanti dall'Ucraina e dall'Egitto, in preda a conati dei quali gli autori non sanno probabilmente prevedere gli sviluppi e gli esiti, ma li provocano ugualmente in un cupio dissolvi iconoclastico. L'Italia sta vivendo l'ennesimo episodio di svendita e tradimento. In questo sfacelo, anche le associazioni più tradizionali cominciano a soffrire di labirintite, per questo Totò Riina tuona dal bugigattolo in cui è recluso, di nuovi, vendicativi e catartici scoppi.

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