mercoledì 29 gennaio 2014

Ipnosi.

La FIAT ha lasciato ufficialmente l'Italia. Era da tempo che le intenzioni di Marchionne erano scoperte. L'itineranza fiscale e finanziaria della neo-multinazionale FCA-FIAT Chrysler Automobiles è appena cominciato. eppure, a livello governativo, con serafica faccia di tolla si continua a far buon viso alla desertificazione produttiva. Torino è ormai una elegante città, per antichi fasti, abitata da irregolari, clandestini e disoccupati, molti dei quali immigrati da diverse generazioni. Insieme a loro, fra di loro, popolano le strade frotte di negri e di levantini. La grande industria, dopo quella medio-piccola, comincia a chiudere i battenti e a trasferirsi altrove, le multinazionali che si erano insediate da noi con stese di tappeti rossi e cospicue esenzioni fiscali, abbandonano il campo in cerca di mano d'opera ancor più bisognosa. La concorrenza sui soli prezzi o costi ha portato a tutto questo ed ha distrutto la qualità della produzione, per rivolgersi ad una clientela con pochi baiocchi, tutta uguale nelle mises del passeggio, nelle quali spiccano, per uniforme trasandatezza, gli uomini di ogni età. Le grandi concentrazioni bancarie che dovevano supportare la nostra industria nel mondo, reclinano e implodono, avendo perso buona parte degli affidamenti fiduciosamente concessi e scontentando una quota ingente di mercato retail che non sono attrezzate a seguire e a lusingare. Vi dedicano tutto il loro tempo e la loro attenzione le ex banche di nicchia che, sedimentando la salvaguardia della rendita, rischiano in queste more di diventare troppo grandi e di incorrere nelle crisi che, oltre un certo dimensionamento, diventano automatiche. E' una frenesia ed un'ossessione da denaro, che sia tanto o tanto poco da indurci ad indebitarci. E per stasera non ho voglia di proseguire.

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