sabato 18 gennaio 2014

Coi piedi o con la mente..

Il Moro milanista rischia di diventare un elemento di nervosismo nello spogliatoio e non solo, essendo un famoso molestatore delle mogli dei suoi compagni. L'affinità deve avere orientato la scelta di Berlusconi ed anche a Barbara, dopo due figli senza marito e Pato, il negrone molucchese deve aver attizzato il ventre. I calciatori oggetto di potenziali scambi sono sempre gli stessi, anzi, si tende a ritornare precipitosamente sui propri passi, reintegrando pedine che si erano cedute pochi mesi prima, fra società più o meno nelle stesse condizioni tecniche ed i cui confronti diretti, alla luce opaca dei continui intersambi, risultano più che mai sospetti. Adesso si adombra che il magnate dei Giochi preziosi, Enrico Preziosi, rileverebbe i debiti e le ambasce di Albano Guaraldi, sostituendolo alla guida della società felsinea e rafforzandosi, attraverso il ritorno di Gilardino e Portanova, oggetto di una polemica la scorsa estate. Sta di fatto che la famiglia di Gilardino non si è mai spostata da via Barberia a Bologna e anche questo appare nebuloso. C'è molto di non detto in un mondo dove i gladiatori della pedata, pur avendo acquisito il dirito di non accettare destinazioni sgradite, vengono spartiti, anche a metà del cartellino, fra società consorziate le cui uniche esigenze sono di continuare a percepire i ricchi diritti televisivi e, quindi, di non retrocedere e di "fondere" i reciproci interessi, attraverso l'acquisto-cessione delle società detenute. A Preziosi, al Genoa, subentrerebbe il genovese Spinelli, da anni emigrato al Livorno e che, in epoca Menarini, fu candidato all'acquisto del Bologna f.c., a cui rinunciò dopo averne esaminato i bilanci, probabilmente la causa del finale rifiuto del petroliere albanese, che era già stato presentato al Sindaco. Così, in attesa di poter costruire una serie di inutili stadi, ma solo con i soldi pubblici, gli impianti loro affidati degradano nell'incoltura e appaiono, oltre che deserti, da rifare ex novo. Ma i soldi pubblici non arrivano più e tutto va in malora. La natura sportiva del calcio si è persa da molto tempo ed anche la passione popolare, se è vero che gli spalti, più o meno degradati, appaione in televisione sempre più vuoti, a rivelare il loro stato, con ottime e costose piste per l'atletica in tartan, sciupate e inaridite, mentre potrebbero servire per la pratica sportiva dilettantistica, se fossero ancora gestite dai Comuni, che, però, a loro volta, non hanno più denari da destinare alla manutenzione. I campionati stranieri concoscono ancora una partecipazione intensa del pubblico sugli spalti, dalla ricca Germania, alla Francia, alla Spagna ed all'Inghilterra, dove a marcare la natura di riempitivo popolare, i campionati non si sospendono neppure a Natale e a Capodanno, con le gradinate sempre gremite. Gli italiani, invece, sembrano ancora i più ricchi ed i più pigri in questa Europa calcistica, ma la qualità tecnica del nostro campionato sta sempre più riducendosi, come attestano le prove stentate nei tornei continentali e la rapida esclusione, dai medesimi, dei nostri clubs. In un contesto di impoverimento a 360°, la tifoseria, si comporta nei confronti dei titolari delle società, come la plebe affamata di guerresche gratificazioni verso l'Imperatore feudale o, ancor meno, i Capitani di ventura che si spartiscono le spoglie delle loro amate proiezioni campanilistiche ed etniche, in medievale riproposizione. L'ultimo bifolco salvatore viene osannato e venerato, per poi essere denigrato ed insultato ai primi rovesci ed invocato un nuovo Signore. Quando il bifolco successivo si presenta, con propositi magniloquenti, insieme alla passione, si riaccendono le illusioni e la cieca dedizione. Un pastone economico e morale.

Nessun commento:

Posta un commento

Sono graditi i tuoi commenti