giovedì 9 gennaio 2014

"Le raccomando" cappuccini e brioches.

La ministra delle politiche agricole, ministero abolito da un referendum negli anni '90, confluita nel Nuovo centro destra che è solo un accrocchio di favoritismi e scambi di democristiani meridionali, ha usato dei suoi poteri per favorire il subentro di uno zio nella gestione del bar interno ad un ospedale di Benevento, della cui AUSL era l'imperatrice, prima di approdare al Parlamento con il Popolo delle Libertà, da cui si è recentemente affrancata per ragioni ministeriali e di potere clientelare. L'imperatrice sanitaria, che riuniva i soci dell'AUSL a casa di suo padre per attribuire gli appalti, dispose personalmente un'ispezione igienica presso un bar ospedaliero che portò alla sospensione della licenza per quindici giorni al suo titolare, al termine dei quali, il prescelto a subentrare nella gestine del servizio di ristoro fu suo zio. "Stronzi, qui comando io", soleva dire in corso di convivio e "dobbiamo far sentire il peso del nostro potere ai critici" Il familismo spicciolo è rimasto immutato in questi amministratori d'occasione, che, anche da posizioni geograficamente e politicamente minime, continuano a lucrare ogni sorta di posizione di rendita in uno sconsolante e patetico crescendo, che trasmettono, basandosi su di esse, a parenti ed amici, secondo usi clientelari e nepotistici. Che venga rimossa o meno, il costume locale e nazionale non muterà; altri pretendono di rubare il e al posto di chi ha già abusato abbastanza. E' la forma italiana della "democrazia" ripartitoria, con un occhio di riguardo per i parenti. Fece così, quasi quarant'anni fa, Luigi Preti, Ministro delle Finanze d'epoca e inventore dell'I.V.A., che pilotò il fallimento della Banca Operaia di Bologna, che confluì nella Banca Agricola Mantovana, per finire infine, insieme ad essa, nella fauci del Monte dei Paschi di Siena, oggi in sostanziale liquidazione. Da queste collegate alienazioni, il Ministro finanziere trasse indirettamente cospicui benefici economici e, parallelamente pilotò la carriera dirigenziale di due dei suoi figli, entrambi fatti assumere originariamente in Banca Operaia. Il Presidente della Repubblica, Quisling Napolitano, ha convocato l'ambasciatore francese a Roma ingiungendogli di far cessare le critiche che il corrispondente di un quotidiano parigino gli rivolgeva. L'intervento a gamba tesa della diplomazia sulla libertà di stampa ha provocato, opportunamente, uno sputtanamento generale, senza che, per fortuna, la sordina fosse messa all'analisi politica del notista internazionale, che si è chiesto: " se Napolitano è così suscettibile riguardo alle analisi che lo riguardano negativamente, ma che sono riservate ad un pubblico straniero, chissà come s'incazza e chiede interventi censori nei confronti dei suoi critici in patria, sia che si tratti di giornalisti, sia che si tratti di competitori politici, come dimostra il suo piglio autoritario e ricattatorio nella creazionee e nella conduzione del Governo, anzi dei Governi, da lui "nominati". Anche il comunista borbone è in fondo un figlio fedele agli usi della sua terra, ma, nelle vesti di soggetto internazionale che riveste, tende grottescamente ad esportarle, chiedendo un intervento diplomatico nei confronti di un giornalista, anziché di un Ambasciatore o di un Console. La commedia all'italiana non declina, ad onta delle severe asserzioni circa una moralità ideale intrinseca alla retorica ed estranea ai principi. Il privilegio non si esercita solo nei concorsi truccati per i primariati più lucrosi e prestigiosi, per le cariche pubbliche e le carriere private; si estende e si esprime, in stretta colleganza con gli interessi "superiori", anche per una bricohe e un cappuccino.

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