mercoledì 29 gennaio 2014

Gioco scoperto.

Anche la svedese Electrolux vuole andarsene, lasciare cioè lo stabilimento in provincia di Pordenone e trasferirsi in luoghi più arretrati sul piano contrattuale e civile, tradurne le caratteristiche in salari molto bassi e rilanciare la profittabilità commerciale dei suoi prodotti. Gli altri industriali del comprensorio hanno subito chiesto di poter ridurre i salari corrisposti del 20%; l'intervento del governo e degli enti locali ha portato, ieri sera, la Electrolux a formulare un'ipotesi di permanenza, a patto che le maestranze accettino di ridursi lo stipendi allo stesso livello degli operai polacchi che potrebbero sostituirli: circa ottocento euro mensili. Minori oneri, cioè minori stipendi, ottenuti i quali, il cappio ricattatorio si stringerebbe sui ritmi e la produttività degli operai allo sbando. L'attacco alle maestranze sul piano salariale, dato che della persona del lavoratore non è più tempo di parlare, sono la sfacciata esemplificazione del neoproletariato verso il quale si procede senza che nessuna struttura di potere trovi la forza e gli argomenti per opporsi o la dignità per lasciare la scena. Sarebbe peggio, si dirà, ma per chi? Le istituzioni, le paraistituzioni e le forze dell'ordine congiurano allo scoperto contro i poveri.

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