venerdì 10 gennaio 2014

Le greggi della pampa.

Cristina Fernández de Kirchner è la presidentessa dell'Argentina dal 2007. E' peronista come gran parte della popolazione argentina che è rimasta legata al fascismo sociale di Juan Domingo Peron. L'avvocatessa Kirchner è discendente dalla decaduta nobiltà prussiana e fa parte della colonia teutonica infrattata nell'unica società bianca del continente latino-americano, per questo tanto bolsa e sentenziosa, quanto inconsistente. Insieme a lei e a molti che non devono nascondere il loro nome, sono invecchiati e poi passati alla memoria occulta dei camerati, molti ricercati per crimini politici e di guerra, la cui fuga nel paese cattolico fu favorita da un vero e proprio corridoio vaticano, al termine della seconda guerra mondiale. La stretta affinità fra buona parte dell'alto clero e i criminali golpisti ha testimoniato, anche recentemente, di una solida "fratellanza" in Cristo. La Kirchner non ha goduto invece di buoni rapporti con il suo Arcivescovo metropolitano, il politico Bergoglio, oggi a capo della Chiesa. Pare che le diatribe fra le due cariche derivassero da ripetute valutazioni misogine del porporato sulle attitudini delle donne rispetto alla politica, che hanno ripetutamente indebolito l'immagine pubblica della presidente. Non mi sembra una causa di conflitto; evidentemente, sotto la cenere, vi dovevano essere ben altre braci scottanti, tanto che la presidente evitò, dopo i primi convenevoli, ogni occasione di incontro pubblico con lui. Invece, la discendente politica di Juan Domingo Peron, non ha mostrato timidezze nell'accapararrasi tutto quanto una posizione di rendita le poteva offrire, applicando tassazioni medie del 35% sui beni ed i servizi acquistabili, impedendo l'importazione di beni di produzione statunitense e vietando l'esportazione dei propri. Così l'economia argentina si è atrofizzata e ripiegata su un decrescente consumo autoctono. Della debolezza sociale, la capessa si è valsa per accaparrarsi oltre alla ricchezza liquida, anche vaste zone della Patagonia, ricchisima di risorse sfruttabili. Va detto che, attualmente, in Argentina non vi è un'opposizione e laddove se ne intravedano le spoglie, si tratta di una opposizione sterile e di facciata. Un po' come ormai avviene in Italia, schiava per propria insipienza, della Unione europea di marca teutonica. La furba esponente avvocatesca del peronismo è solo l'ultima epigone del fascismo sociale del friulano Peron e della staticità sociale di una nazione latina che prima si è ripiegta sull'abbondanza di beni di prima necessità e poi si è dissolta nella corruzione e nella rapina, alla quale, in cambio di una squallida politica del mestolo di zuppa, hanno ripetutamente prestato il loro consenso elettorale i ceti più diversi della società. La Kirchner si è adeguata esteriormente alle mode ed alla rappresentazione delle stesse più superficiale e meno impegnativa, mentre ha rinverdito ed industrializzato il suo arricchimento, attraverso le più sottili interpretazioni del diritto, senza che più si levasse nessuna voce a smentirla. Eterna trombonite del fascismo d'importazione ( dall'Italia ) sommata alla stasi culturale e alla coartazione di ogni dinamica economica, a conservazione del privilegio e della clientelare redistribuzione al popolo, secondo fedeltà e meriti. Una concezione squisitamente padronale. La fuga dall'impegno oneroso e dalla chiarezza di coscienza è tipica dei popoli schiavi, altrimenti detti mansueti.

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