mercoledì 8 gennaio 2014

I fondamentali che mancano.

In Ucraina, il capo del Governo è un pluripregiudicato, reduce da tre incarcerazioni. E' vero che la sua rivale arancione, la Timoshenko, ha cercato ripetutamente di inquisirlo durante il suo mandato all'esecutivo e che ne è stata ripagata ora che si è trovata all'opposizione e in vincoli, ma è altrettanto acclarato che il Primo ministro è un corrotto, un corruttore e un ladro, come la Timoshenko medesima. La bella politicante post sovietica, che porta annodata intorno al capo la treccia di una mitologica poetessa ucraina, è a capo di un movimento detto "arancione", che si propone di strappare l'Ucraina all'attrazione "energetica" della Federazione russa, per farla aderire all'Unione europea ed alla NATO; il partito russofono, attualmente al potere, si propone lo scopo contrario ed è appoggiato, proprio per questo, dal duo Putin-Medvedev. Il primo Presidente dell'Ucraina libera post sovietica, sopravvisse a stento ad una cena con Vladimir Putin, dalla quale uscì avvelenato: ebbe salva la vita, ma rimase irrimediabilmente deturpato. Il nostro pluriPresidente del Consiglio, Silvio Berlusconi che, per un pelo e solo per l'interposizione dell' Unione europea, non succedette al Quisling Giorgio Napolitano alla Presidenza della Repubblica italiana, poco prima che la sentenza sulla sua macroscopica evasione fiscale, quando era contemporaneamente a capo della Finivest e del Governo, venisse sancita da una sentenza definitiva, coltivava una pericolosa amicizia con l'oligarca russo vincitore; pericolosa perchè con la sua mania dell'aspetto - ormai tutt'altro che bello - poteva rischiare una menomazione somatica come quella dell'omologo - sul piano istituzionale - Presidente arancione dell'Ucraina. Ma la sua amicizia non conosceva e pare non conoscere complicazioni politiche, si basa sull'affinità e la gaudenza e l'essere riusciti ad evitare, per mere ragioni di impunità elusiva del Fisco,che è un vero e proprio partito in Italia, una regressione euro-asiatica o sud americana, è stato un risultato fortunoso, ma prezioso. In giro per il mondo, anche quello contiguo europeo, ci sono Stati in queste condizioni, che solo una severa assimilazione agli usi ed ai costumi giuridici più evoluti dell'Unione europea, potrebbe tenere in rotta e favorirne l'evoluzione civile e di costume. Sta di fatto, però, che la summenzionata assimilazione comporterebbe, come in via di fatto già comporta, una feroce discriminazione economica rispetto ai popoli più strutturati e, in questo senso, coerenti, del continente. La corruzione, infatti, è un tentativo dei vertici, politici ed economici, di sfuggire alle regole coercitive di mantenimento dello stato faticosamente acquisito dalle nazioni più disciplinate, a cui tutte le altre, per indole ed abitudine, non vogliono soggiacere, trovando una scoraggiante sinergia fra accaparratori e clienti dei medesimi, fino ai più bassi livelli della scala sociale. E' questo, in sintesi, il populismo. Nessuna delle formazioni politiche e sindacali ancora in pista è utile ad una lunga e dolorosa riconversione della morale nazionale, ammesso e non concesso che un simile costume sia uniformemente importabile in ogni ambito geografico della nostra "giovane" nazione.

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