martedì 5 aprile 2016

Trivellando, trivellando, qualcheduno emenderà.

L'emendamento salva-trivelle fra il Molise e il litorale di Taranto non sarebbe stato sollecitato dalla Total per la quale si stava adoperando il compagno della Ministra Guidi, bensì dalla Shell, hanno cantato all'unisono Matteo Renzie e Maria Elena Boschi, come è d'uso prima del varo di ogni provvedimento legsilativo che possa influenzare, positivamente o negativamente, gli interessi delle lobby. Quindi, il favoritismo giosamente annunciato dal ministro al suo concubino è solo uno fra i tanti. Come biasimarla dunque, se così fan tutti. Bisogherà pure guardarsi dalla concorrenza e salvaguardare l'economia domestica, intesa come familiare. Si è poi dimessa all'istante proprio perché la violenta reazione delle opposizioni interne ed esterne non potesse più disporre di quel succulento appiglio, rendendo più facile la difesa parolaia ed extragiudiziale al governo, il cui capo si è intestato proprio quell'emendamento, firmato da altre, per salvare la baracca, ponendosi, "primus inter pares", al di sopra della fiera delle vanità. Sta di fatto che al mangia-mangia aveva partecipato anche un alto grado della marima, come si costuma, nella forze armate, per le commesse militari e per le cointeressenze, da oppoprre o da favorie delle capitanerie di porto. L'opera della magistratura meridionale, tranne quella votata al suicidio, non è, fino a prova contraria, attendibile, quella della capitale, tutta intrisa di politica, ancor meno, ma ormai i contropoteri sono solo formali, tanto da consentire ai rei di "maledire" il pugnale di Bruto, interno alle comuni istituzioni, ma, per residua fortuna, autonomamente amministrate. Non erano solo i Riva dell'ILVA a fottersene dell'epidemia di tumori della città e della provincia di Taranto, ma anche tutte le altre arricchende istituzioni coinvolte, pubbliche e private, in un calembour di telefonate, tutte, per fortuna, intercettate e rese di pubblico dominio.

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