domenica 24 aprile 2016

L'ultima frontiera del sindacato.

Il Presidente dell'associazione nazionale magistrati, Pier Camillo Davigo, ha inaugurato il suo mandato con un'affermazione ovvia e risaputa: in Italia i politici sono in gran parte dei ladri e dei profittatori. Non solo loro, a dire il vero: la società ne è impregnata. Davigo fece parte del Pool "Mani pulite", che innovò sull'amorfa inattività, da impiegati statali, per gran parte della prima repubblica. Furono gli avvenimenti, non più stabili, a far correre i giudici, soprattutto quelli inquirenti ed ha cambiarne, in rapporto all'indeterminato quadro politico, succeduto alla caduta del comunismo, il costume di inquisitori dei ladri di polli. Il terrorismo del comunismo agonizzante, soprattutto. La reazione della classe politica di governo, eletta, nominata o imposta dall'ultimo arnese del comunismo in servizio ( molto considerato a destra ) era scontata - direte -. Non faceva così anche Berlusconi? Allora, gli esclusi dal potere avevano una moralità a prova di ferro e adesso che lo hanno conseguito, senza sudarselo ( come Berlusconi stesso che lo ottenne in virtù della sua ricchezza ) rivoltano la frittata, o meglio, negano che per loro ci siano i presupposti del giudizio. Non si capisce che cosa sia stato rottamato. Siamo in piena prima repubblica e nel democristianesimo clientelare e furtivo più svergognato. Vedrete che, questa volta, la mordacchia ai giudici passerà. Sono però evolute le cose anche nel campo giudiziario e, sia pur osteggiati e senza da parte mia voler loro attribuire un'aura di santità ed immacolatezza che credo inesistente, sono convinto che dal fortino delle pandette condurranno una battaglia "terroristica", di incursioni nel campo minato del malaffare fazioso. L'Associazione nazionale magistrati è anche il loro sindacato che non ha ancora perso le sue capacità d'intervento proprio perché soggetto soltanto alla legge. I tentativi di compra-vendita, così comuni nelle aule parlamentari, non macheranno, ma, chi vorrà, potrà resistere, non perché eroe, ma perché al riparo delle guarentigie della legge medesima. Ecco dunque che, in futuro, il criticabile lavoro di Luciano Violante di ripartizione partitica delle toghe, attraverso la costituzione delle correnti, potrà, per i soliti paradossi chiarificatori, trasformarsi in una Agorà protetta dalla quale continuare le necessarie incursioni in quel mondo di ladri che, da sempre, alimenta i ranghi politici, soprattutto in quest'epoca d'inconsistenza e di pretesti.

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