sabato 2 aprile 2016

La via consolare. O il Paese dei balocchi?

Per capire il percorso imprenditoriale puro e crudele - non quello familistico e clientelare italiano, ma spesso non meno crudele - si può prendere a riferimento la breve vicenda societaria del Bologna f.c. di Joey Saputo. Da solo un anno e mezzo il chairman ha messo mano alla costruzione di una nuova società, la sua. Veicolato dall'avvocato e temporaneo presidente Joe Tacopina, tramite il medesimo ha sollevato dalla sua poltrona di amministratore delegato della Roma a.s. un certo Claudio Fenucci e se lo è portato, con la stessa qualifica, in casa. Poi ha voluto, a dispetto di qualcuno, il migliore direttore sportivo italiano, l'anziano e navigato Pantaleo Corvino. Con Claudio Fenucci, Marco Di Vaio ( altro sponsor della scelta Bologna nei confronti di Saputo, emissario della vecchia società, in parola con Tacopina e Saputo da tre anni ) e Pantaleo Corvino ha subito, a promozione avvenuta, licenziato, con tre milioni di euro, Tacopina, irresistibile animatore, troppo popolare presso i tifosi ( Saputo è molto più algido e distante ). Poi ha ripianato debiti, rabberciato lo stadio, in attesa burocraticamente italiana di poterlo rifare, messo mano al mercato e, fra l'uno e l'altro capitolo, ha speso 135 milioni di euro. Il suo progetto è decennale, al termine del quale si propone di aver impiantato un'altra solida attività, non solo commerciale e calcistica, in terra straniera, avendo ben chiaro, fin dall'inizio, di essersi avventurato in un business ricreativo e spettacolare. Ecco, ad appena diciotto mesi dall'inizio, che un'altra giubilazione segna il percorso, la via consolare, del progetto capitalistico: via il direttore sportivo, troppo autonomo e non coartabile ad un ruolo subordinato al "politico" Fenucci. La liquidazione si aggirerà ancora sui milioni - vedremo quanti - di euro. Poi dovrà assumerne un altro e cominciare a stipendiarlo, mentre il progetto tecnico si involverà in un tradizionale equilibrio di conservazione, valorizzazione, cessione e ricquisto, con l'intezione di assecondare e raggiungere l'autogestione del club. Un giocatore sovrastimato può essere sostituito da tre buoni innesti e la squadra ne può beneficiare e, con essa, i diritti televisivi, dato che gli stadi serviranno da centri congressi, commerciali, di svago e di ristorazione, da volano per ulteriori affari, attraverso mirati investimenti congrui con le attività della casa madre canadese. E' presto per fare previsioni, l'unica certezza è che quest'uomo ha investito cifre colossali che la provinciale imprenditoria locale non avrebbe nemmeno preso in considerazione e non è neppur certo che l'impresa non si riveli un salasso che astuti cerusici potrebbero applicargli, dato che sembra aver dimenticato, anzi, essendo nato in Canada, mai conosciuto, gli usi e costumi italiani, ma sembra - e sottolineo sembra - aver dato la stura a un metodo e ad un'organizzazione sacrificale sistematica dei suoi strumenti imprenditoriali. Non mancano, in tutto questo, il Gatto e la Volpe della situazione: Fenucci Fox e Di Vaio Cat.

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