mercoledì 6 aprile 2016

I finti ostracismi.

Il terzo genito di Totò Riina sarà questa sera ospite di Bruno Vespa, che, con lui, incrementerà la presenza nel suo candido salotto teatrale, di tanti mafiosi, di questa o di quella consorteria. L'occasione servirà anche per il lancio del libro dell'esiliato-esportatore in quel di Padova, in libertà vigilata. Ci sarebbere da ridere e da piangere insieme. Io non guardo quasi più la televisione pubblica e, mentre scrivo, il picciotto Riina sarà già in onda, ma già si sa, dalle anticipazioni, che descriverà un papà intimista, come tanti, placido e silenzioso, come ciascuno dei suoi familiari, sempre in casa sua, indisturbato per generazioni, quelle che ha messo al mondo, prima di finire al carcere duro di Parma. Sono trent'anni che i due non si vedono e, probabilemnte non si vedranno mai più, ma il vincolo "che è tutto e niente" è intatto. Certamente il rampollo di un boss molto ricco e capace di influenze profonde nel tessuto istituzionale italiano, non ha nessun interesse e, direi, nessuna possibilità di rientrare nei ranghi. L'ipotesi non si pone per ragioni di convenienza, duplice convenienza, perchè se mai decidesse di compiere gesti francescani non diventerebbe santo, ma martire retorico e tardivo certamente si. Dagli assetti consolidati, soprattutto nelle società iniziatiche, che al sud coincidono sempre, non si esce, al massimo si va in sonno. In questo caso si eredita, non diversamente da altri lasciti ed influenze provenienti dai beni di famiglia. La mafia fa parte intimamente della società italiana e costitisce la base della conservazione del potere tradizionale al sud? Certamente sì. Allora non c'è nulla di improprio nel rappresentarla e pubblicizzarla, come il partito di maggioranza relativa, "il mio azionista di riferimento" alla R.A.I. - chiosava Vespa medesimo - nello studio salottiero di un bianco abbacinante che è come la purezza della sposa nell'abito e solo nell'abito del matrimonio. Sta di fatto che io non lo guarderò e men che meno leggerò il libro intervista di quel povero esule.

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