sabato 30 aprile 2016

Simboli della finanza.

Hillary Roda Clinton e Donald Trump si sfideranno per la presidenza degli Stati Uniti. L'una con i soldi di Wall Street, l'altro con i suoi personali. La gara, edulcorata negli effetti pratici, mascheratori dei veri riferimenti dei contendenti, avrà l'impronta che è riuscita infine a trasferire nell'agone europeo, nel quale le larghe intese fanno da paravento alle quotidiane baruffe dei movimenti, già molto trasformati rispetto alle loro origini. Sembra che il giolittismo, il trasformismo, siano stati antesignani. Dal liberalismo classico, al capitalismo becero. Illary navigherà, da avvocato di grido della grande mela, nelle insenature dei grandi principi e cercherà di assemblare una macchina di voti sufficiente a farla prevalere sul più monotematicamente schierato rivale. Ha solo indulto, nelle dichiarazioni, alle quote rose che, o non conteranno niente o saranno una stupidaggine. Maschi e femmine di peso saranno selezionati solo in base al loro potere specifico ed al bilanciamento organico. Donald parla rozzo, come in un'officina, allo stadio o al pub, ma ha avuto un successo, plebeo e travolgente, tipico della destra di questi tempi, toccando il nocciolo vero e profondo del sentimento reazionario, isolazionistico, egoista del cuore di tenebra americano e non solo. L'una e l'altro hanno parlato il linguaggio sovrapponibile in uso dal dopo guerra negli Stati Uniti, che i medesimi hanno infine esportato nell'europa federata, ma solo dalla moneta comune. Ne hanno solo un po' aumentato il volume ed enfatizzato i toni. Tutti e due, però, si sono rivolti a quella massa di elettori ed elettrici che, sentendosi ignorati, di solito non vanno a votare: il popolo minuto e orizzontale. Per evitare il vagabondaggio, ma soprattutto la concorrenza fra poveracci, Trump vuole erigere l'ennesimo muro che Kennedy stigmatizzò a Berlino, Roda Clinton si guarda bene dal parlare di aumentare la copertura sanitaria per i non assicurati, ma esalta le eguaglianze caricaturali. Entrambi sono newyorkesi e ricchi. Nessuno prende impegni in politica estera: con Hillary saremmo nel solco di questa amministrazione nera, almeno all'inizio, con Donald ci potremmo aspettare un ripiegamento su se stessi e sui propri affari, che anche Bush, neppure insediatosi alla Casa bianca per i primi due mesi, trasformò in un presidenzialismo di guerra, per otto anni, dopo il crollo provocato delle Torri gemelle. Simboli della finanza invasiva, ora come allora.

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