sabato 30 maggio 2015

Il gioco e i suoi arbitri prezzolati.

Baltter è stato rieletto, la FIFA ha mantenuto le condizioni per l'arricchimento dei suoi membri e la salvaguardia dei criteri di selezione per accedervi. Il principe giordano salterà un turno; d'altra aprte Blatter ha settantanove anni, è una sorta di Berlusconi del calcio. Cambieranno i beneficiari, tutti comunque cooptati e legati ai loro patroni, ma la natura corruttiva di uno degli ambienti più dilapidatori del mondo è salvaguardata e trasmessa ai posteri. Gli "impresentabili" del PD si sono risentiti per la cattiva pubblicità che è stata loro arrecata dalla Commisione antimafia e hanno querelato la sua presidentessa, come chiunque si senta compromesso negli affari che ha in animo di portare a termine in funzione della carica acquisita a vita e da tramandare, in una filiera clientelare, quando le circostanze o le forze non soccorreranno più. Gli eredi dovranno essere della stessa risma e sapersi adeguare ai tempi ed alla realtà, adattando le parole. In Russia sono ormai cinque gli oppositori noti di Vladimir Putin ad aver avuto distrutta la vita; quattro di loro sono stati uccisi ed uno ha scontato lunghi anni di prigione, quelli che servivano per toglierlo dalla competizione politica. Stavolta è toccato ad un giornalista e blogger trentatreenne che, pur non ancora spirato, si trova ricoverato con una prognosi, ma anche una diagnosi riservata in un ospedale moscovita. La moglie afferma che sta perdendo la funzionalità renale per un'intossicazione da avvelenamento. Così impara! Un'altra vita segnata. Se sopravviverà, per essersi valso di quelle libertà formali che la Russia post sovietica riconosce ma non pratica, preferendo ricorrere ai bassi servizi dell'ex KGB, senza curarsi della loro riconoscibilità, ma semplicemente negandola, sarà un invalido grave. Nella morsa delle sanzioni ecoomiche che hanno svuotato gli scaffali dei negozi, proprio come durante il periodo sovietico, gli oppositori sono trattati come agenti di potenze straniere ed ostili, anche se sono solo testimoni di se stessi. La protezione nazionale è un pretesto per tutelare un'organigramma di potere e di interessi che si è consolidato da oltre dieci anni e che ha sfigurato la democrazia, facendole assumere un aspetto deforme, ingannevole e grottesco. I varchi della repressione lasciano però trapelare, in rivoli inarrestabili, la gratuita e libera testimonianza di un'aspirazione civile e questa ne è l'unica speranza. La meritoria azione di wikileaks, che divulga i file dell'intelligence americana, ha rivelato ieri la posizione dei baffi finti e dell'ambasciata di via Veneto a Roma, durante il rapimento di Aldo Moro. Nessuna valutazione dell'azione delle Brigate rosse, ma una sequela di comunicazioni dalle quali emerge la preoccupazione esclusiva per una possibile evoluzione della sospettata "lunga marcia" di Moro per l'inclusione dei comunisti italiani nell'area di governo, con la possibilità quindi di consentire un'alternanza fra le due sole forze reali della nazione. Della sorte dello statista di un paese da operetta non interessava niente a nessuno e nessuno si era accorto che questa possibilità stava per tramontare insieme al comunismo, per lasciar spazio a nuove diatribe, tattiche questa volta, perché subordinate a concreti e specifici interessi. Dai file risulta anche che, l'allora ministro dell'agricoltura, successivamente Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, molto legato ai suoi parenti, ma anche alla sana coltura dei campi, il cui solco è tracciato dall'aratro e difeso dalla spada, si era incaponito contro gli organismi geneticamente modificati che gli imprenditori rurali degli Stati Uniti coltivano in Africa e sperimentano in giro per il mondo. Anche lui era un avversario da mettere all'angolo. Ha provveduto, in un certo senso come Moro, ma per ben più ristretti e pratici orizzonti, da solo.

Nessun commento:

Posta un commento

Sono graditi i tuoi commenti