domenica 3 maggio 2015

L'amoralità dei giusti.

La retorica giornalistica, in queste ore, è uniforme. Pagine e pagine - costosissime in termini di modulo pubblicitario - sono sacrificate all'unanime coscienziosità del popolo italiano, di cui quello milanese si erge a rappresentante. Tuuti a pulire le strade, eminenti voci fuori contesto celebrano la ferita della loro anima, emblema capace di espressione dell'infelicità apportata dai vandali del Primo Maggio, quando la Festa del Lavoro si è trasformata,a tutti gli effetti, nella celebrazione della fiera culinaria mondiale. Invece, del popolo italiano e segnatamente di quello milanese fanno parte anche i giovani travisati che hanno arrecato danni materiali intorno a sé: non sono figli di papà, non portavano dei Rolex al polso, come pure mi è toccato di leggere. Venivano, in metropolitana, dalle tristi periferie milanesi e in metropolitana sono tornati a casa. Alle gazzette di regime, ha subito fatto riscontro il ministro Alfano, un uomo che dovrebbe vergognarsi di ricoprire qualsiasi carica pubblica, tanto è squallida la sua vocazione ricattatoria per mantenere un potere clientelare a qualunque costo e ,con lo stesso metodo, tenere insieme precariamente una pattuglia di carrieristi senza qualità. Ci sono a dimostrarlo, anche le carriere del fratello, laureato, con laurea breve, non so dove e cooptato ai vertici di un Ente inutile meridioanle, utile solo a lui per percepire un lauto stipendio. C'è anche la sua signora che raccatta cariche e prebende con i buoni uffici del marito, a consolidamneto di un fortino domestico che fa venire il latte alle ginocchia. Ebbene, il geco mediterraneo, il piagnone ( è così fin da bambino ), il figlio d'arte democristiana, cioè tutto tranne che un uomo "moderno", proiettato verso il futuro, con la spudoratezza che i tempi gli consentono e con il lavoro di affiancamento poliziesco che "sente" essergli stato demandato, incarica i Prefetti,dopo la cancellazione dei matrimoni gay dai registri comunali, di "impedire", senza coinvolgerlo, ogni futura manifestazione atta a turbare l'ordine così rimpianto dall'Italia delle gazzette e dei ben pensanti. Saranno così impedite in futuro anche le manifestazioni pacifiche e legittime, che, a Milano, il Primo Maggio, ha visto alcune migliaia di persone marciare contro l'Expo e denunciarne le caratteristiche esclusivamente affaristiche. Dal mezzo del corteo, sono usciti, dopo essersi mascherati i Black Bloc nostrani, che a vandalismi compiuti, si sono spogliati in strada e sono tornati a casa. In una situazione di morte civile e di manifestazioni imitative di indecifrabili blocchi politici internazionali, si appalesa una creata ad arte presenza consustanziale al tessuto delle città, se volete una parte malata del tessuto, da curare, anziché incrementare con politiche imitative, subordinate ad ordini superiori, per conto di creditori, anche a causa dei cui crediti, questi ragazzi non avranno un futuro. La speculazione politica è la cifra del nulla opportunistico e presuntuoso di un paesucolo che si dimostra, ancora una volta, amorale.

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