lunedì 11 maggio 2015

Guerre, migrazioni, e blocchi continentali.

Una nave turca è stata attaccata a lungo da mezzi navali e da aerei del Governo ufficiale di Libia. Andava a rifornire i combattenti islamisti, la cui fede e furia, vengono strumentalizzate dai Turchi in una lotta di egemonia contro l'Egitto, che aspira a controllare la Libia del post Gheddafi. Il mini Governo libico rappresenta solo una delle tre fette del grande ma poco popolato Paese petrolifero, conteso dalle compagnie di estrazione , quindi anche dagli Stati Uniti, che però, ufficialmente, se ne tengono alla larga e delegano agli Egiziani del dopo colpo di Stato, la rappresentanza dei loro interessi, al posto dello storico alleato turco, incline al confessionalismo, alla dittatura personale e, probabilmente, alleato di sponda di qualche potenziucola europea. Come non pensare alla Germania, stante gli storici rapporti? Comunque sia, il terzo comandante del cargo di dissimulato rifornimento ci ha rimesso la pelle e ci sono altri feriti a bordo. La reazione contro un mercantile ( gravido di che cosa? ) è stata violenta e senza tregua, anche punitiva, perchè i bombardamenti si sono prolungati anche in mare aperto, senza reticenze o riguardi, come si fa con un nemico chiaro e temuto. In queste condizioni, ce la vedo poco l'Italia a capo di una missione militare, navale o di terra. A parte il fatto che le altre potenze europee non ci delegherebbero la guida delle loro truppe e con esse la rappresentanza dei loro interessi, nazionalistici e difformi dai nostri, ma, soprattutto, non credo che saremmo in grado di opporci a eserciti molto meglio organizzati e prevedibilmente decisi, anche alla luce delle recenti parole del Papa sui costumi ottomani. L'Italia diplomatica si barcamena come la Grecia di Tsipras in materia finanziaria, mentre la connessione di lacere trame rende caotico ed ininterpretabile il tessuto di una unione che più disunita non si può. In conseguenza di quanto accade, le migrazioni non potranno cessare, né rallentare. All'ingiunzione di un tecnocrate di Bruxelles, autorevole e temuto, ha fatto seguito una serie di sberleffi mai verificatisi quando a pagare il fio della vicinanza costiera sembrava destinata la sola Italia: severi finanziariamente, unitari nei conti, ma la feccia allo sbaraglio ve la tenete voi. In questo senso siamo più antiunitari di Beppe Grilo e di Farage.

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