venerdì 22 maggio 2015

La libertà di adeguarsi.

La società di massa in gestazione è ormai fatta di incassi al tavolino di un bar-ristorante dove si consumano cibi precotti e dal quale, in questo modo, si viene "scucciati" per far posto a nuovi avventori e a nuovi incassi per la solita ribollita. E' lo stesso canone, solo inverso, rispetto a quello che vigeva nei paesi comunisti, nei quali, se c'era un posto a tavola, ti veniva fatto sedere accanto uno sconosciuto e dove, al termine del pasto, in base al numero ridottissimo delle portate preconfezionate e sempre uguali, una cameriera, di solito con gli zoccoli e i calzini corti, batteva le mani e, senza tante cerimonie, ti invitava a levarti di torno. Io la chiamavo "la caposala". Del resto, negli ospedali le terapie massive vengono somministrate secondo budget, le degenze sono ridotte al minimo, si cerca di avvalersi dell'assistenza domiciliare dei medici di base che vi sfuggono in tutti i modi e ci si avvale prevalentemente, quando non esclusivamente e per scelta di pochi eletti, visti i metodi da mattatoio altrimenti usati, delle provatissime famiglie, quando non sono, a loro volta, sgangherate e precarie. Sulla base dei "servizi" propagandati ( quasi tutti assicurativi e finanziari ) dei quali si cerca di fare un uso a sua volta massivo, come se si trattasse della vecchia e in via di superamento assistenza pubblica, è una sequela di lagnanze equivoche e di equivoci interpretativi, nella speranza che, la prossima volta, "sensibilizzate le parti" con le proteste, il trattamento sia più favorevole. Se mai avviene, è chiaro che, la volta succesiva, l'assistenza sarà quasi nominale..e giù, nuove lagnanze. Siamo un paese di attori melodrammatici e comici che nessuno prende sul serio; per certi versi neanche noi stessi. L'abbigliamento è massificato, l'informale è diventato una formalità e non c'entrano le ristrettezze economiche: i tatuaggi costano eppure coprono ormai gran parte dell'epitelio, come si può constatare soprattutto d'estate. Non c'è bar-tabaccheria che non sia anche una ricevitoria e una sala giochi, dove si vendono e si verificano decine di cartelle statali dedicate al gioco: mentre uno controlla la sua serie di numeri, la fila attende un city pass, un pacchetto di sigarette, sul quale il monopolio di Stato avverte che nuoce gravemente alla salute, senza aprire in quest'ambito alla concorrenza privata. Gli extracomunitari affollano gli autobus e li impestano dei loro miasmi, prodotti dalla scarsa frequenza dei lavacri rituali, nella nostra società igienica, i controllori elevano sanzioni alla numerosa consorteria dei "portoghesi", ma nessuno o quasi si cura della quotidiana attività di borseggio che si svolge nell'indistinzione pubblica. Anche le librerie sono diventate degli empori con lo sconto, dove la merce culturale ( molto, ma molto banalizzata ) viene esposta e reclamizzata per chi si fa compagnia con la lettura, anche con offerte in e-book telematici, a prezzi di lancio. L'istruzione punta sulla subordinazione formativa a qualsiasi pubblicitaria ipotesi di impiego futuribile, in una società nella quale il lavoro è finito e le propietà sono sempre di più all'estero, in mano non a tecnici, ma a finanzieri. La scelta indotta dalla buona accoglienza dei più tradizionali istituti scolastici ridenominati, è preludio ad una sempre più vicina e progressiva privatizzazione dell'insegnamento, poco critico e senza sbocchi reali. Network turistici offrono possibilità di vacanza "ad horas", con pranzo in piedi e letto comunitario a dieci piazze, i pezzi di ricambio, per qualsiasi mezzo, si comperano su internet e si fanno montare a pochi euro alle officine che prima gestivano il rapposto, la scelta, il lavoro e la parcella in toto. Dal verduraio, presso il quale si comprano le coltivazioni cilene estive a Natale, ad opera di imprese ( si dice ) e sementi nazionali, i benzinai che offrono la "power" che fonde il motore e lo pulisce contemporaneamente, i teatri con il cartellone breve per tutti i gusti, le banche con le loro surroghe al ribasso...e si potrebbe continuare all'infinito, offrono ridenominazioni "fashion" degli stessi minestroni, alla ricerca psichiatrica della crescita infinita in un mondo finito, dedito solo al furto delle risorse presenti.

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