lunedì 25 maggio 2015

Un bel fine settimana.

Ho avuto il piacere, durante il fine settimana, di apprezzare una nuova rappresentazione teatrale della Compagnia di Francesca Calderara ed una vernice pittorica, ospitata, per puro amore dell'arte, in una piccola galleria, in un vicolo del centro di Bologna. Venerdì sera ho riscontrato i progressi canori e virtuosistici di una formazione di studenti, in crescita culturale, domani professioanle ed artistica. Soprattutto sul piano canoro, alcune voci hanno acquisito un nitore ed una purezza professionale ed hanno impreziosito un fantastico racconto ed accompagnato, attraverso la colonna sonora, la rappresentazione, tenutasi, ancora una volta, preso il meritorio Teatro degli Alemanni in Bologna. I giovani, pur gravati da tirocini ed esami, non demordono ed accompagano la loro professioanlità colta con la coltivazione del teatro e della musica: cosa sarebbe e, purtroppo, per troppi è, la vita senza la cultura? Qualcuno che non citerò, perché non vuole creare fratture competitive nel suo gruppo, è già assurto a livelli tecnici ed artistici di livello cristallino; altri ed altre, hanno confermato una personalità recitativa di prim'ordine, che esprime anche la solidità dei loro contenuti personali. La mostra di Vicolo Cattani, nel reticolo che ospitò e, credo, ospiti ancora, il ristoro frettoloso e mercenario della Bologna gaudente, ha visto la prima esposizione degli allievi di una scuola bolognese di pittura. Nello stile e nei tratti si poteva chiaramente intravedere la mano del maestro, dalla quale i migliori dovranno un giorno affrancarsi per dare spazio, dopo aver assimilato le tecniche, alla loro personale creatività, al messaggio psicologico del loro estro. Nell'insieme e sottolineato l'impegno di un neofito più che ottantenne, va riscontrato che il ricamo pittorico, in taluni casi, esula già dalla mera ripetitività stilistica per assurgere a rivelazione dell'animo dell'artista. Un animo prevalentemente triste, nel quale gli oggetti, i dilavati manti stradali, la piccolezza delle figure umane sullo sfondo, il colore del cielo rimandano ad una pesantezza che non ha domato la vitalità dello spirito. Un volto, bello e dolente, amareggiato e consapevole, si sporge dall'angolo d'entrata ad introdurre il visitatore alle prime incerte espressioni di un'esperienza ancora da trasporre interamente sulla tela.

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