sabato 23 maggio 2015

La Resistenza dei nostri giorni.

L'ultimo auspicio logorroico di Matteo Renzie, il bullo dei boys scout, riguarda la formazione futura di un sindacato unico. Sarebbe un sindacato nazionale, sarebbe il sindacato del Partito della Nazione. Sarebbe, infine, un sindacato legalmnte riconosciuto, nient'altro che un sindacato corporativo, ma indistinto, succube della politica governativa e ben visto dalle aziende, repressore come in una parrocchia o in una cappellania dela libera dialettica lavorativa. In questo, fatto salvo il diverso scenario ( ma fino a che punto ? ) che va, a tappe forzate, disegnandosi, una simile conformazione plebea non assumerebbe caratteristiche diverse da quelle vigenti nei regimi totalitari, o meglio, nel nostro prevedibile caso, dell'autoritarismo produttivo e della subordinazione alle esigenze della corrotta ( perché continuerebbe ad esserlo ) amministrazione pubblica ed alle mutevoli strategie speculative. Per essere accettato, deve rivolgersi a una platea di bisognosi priva di formazione civile e culturale; ma di questo Renzie è certo e vi congiura con la sua riforma della scuola di mercoledì scorso. L'ipotesi del sindacato di San Giuseppe lavoratore aprirebbe nuovi varchi alla ricercata preminenza della Chiesa cattolica e del suo sindacato, la CISL, fra il volgo disperso che nome non ha ed al quale si offrirebbe(ro) di offrirne uno, alle loro condizioni. Per fortuna, sotto la crosta del conformismo opportunistico, che i poveri ( sbagliando ) sentono di dover interpretare per non sprofondare nell'indigenza e chiedere, domani, una raccomandazione per i loro figli, il senso "comune", somma di tante sensibilità private, è diverso, anche nelle strutture più represse, come hanno dimostrato i referendum ( gli unici sull'argomento che si sono tenuti in paesi cattolici ) sul divorzio, sull'aborto - in Italia - e, ieri sui matromoni gay, nella Repubblica d'Irlanda, dove la sodomia infantile la esercitavano massicciamente solo i sacerdoti di Santa Romana Chiesa. A proposito, secondo voi è possibile che fenomeni così orizzontalmente vasti si siano verificati solo negli stati Uniti, in Irlanda e in Germania e, ad esempio, in Italia non se ne risulti nulla? Il referendum irlandese è un classico episodio di liberazione dalla cappa di dottrine e costumi oppressivi, oltreché intimamente ipocriti, in Italia, solo la Uil e la CGIL ( pur in malafede intrinseca ) hanno obiettato alle banalità autoritarie di Renzie; la CISL ci si è riconosciuta, come le istituzioni cattoliche si riconobbero nel fascismo, Chi avesse voglia di confrontare gli statuti del Fascio delle coprporazioni e della CISL, troverebbe molte affinità, esclusi i fini. Ho appreso che, in Irlanda, la Costituzione è immodificabile senza che il popolo si pronunci con un referendum. Per questo è stato possibile riformare il matrimonio in quel Paese, a torto ritenuto la sacrestia d'Europa. Forse la diffusa povertà ha consigliato di eguagliare legalmente le ridottissime opportunità coniugali, mentre il conservatorame censitario continuerà a riprodursi nelle sue ridotte e ad impersonarne la moralità. La Chiesa che Francesco cerca di affrancare da una posizione difensiva e perdente, non è vissuta e applicata conformemente in tutto il mondo; non è così in Irlanda, non è così in Polonia e in tanti Vescovadi italiani. Ma il Papa non è un Santo, è un politico come i Vescovi. Il nostro sinistro, ma rotaryano Presidente ha detto oggi un'altra cosa giusta: la mafia e io vorrei aggiungere qualunque mafia, chiusa e ripegata nei suoi interessi, è remora allo sviluppo della società. Ai mafiosi di tutte le risme, spesso collegati fra di loro, questo non interessa e, purtroppo, non coinvolge consapevolmente neanche quelle larghe fasce di popolazione che sentimentalmente vi si oppogono a parole. L'aria di vetta resta per pochi.

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