lunedì 11 maggio 2015

Dio li fa e poi li accompagna.

Se si frequentano, vuol dire che sono fatti della stessa pasta. La recente affermazione di Raul castro a proposito del cattolicesimo di ritorno ( in realtà non se ne era mai andato ) nell'america ispanica è sintomatico di un piano comune di resistenza e di espansione all'influenza dirompente del capitalismo, al totalitarismo di quel mondo unipolare a cui si è rifiutato anche Vladimir Putin. La Chiesa rischia di diventare una chiesetta, aveva detto al collegio cardinalizio Papa Bergoglio, che, certo dell'infedeltà dei ricchi, ha improvvisamente deviato verso le masse povere del sub mondo. Le persone che compongono questo oceano di miseria non rivestono, individualmente, nessuna rilevanza; il loro stato sì. Come già la religione comunista era stata insinuata nelle aspirazioni irrazionali di tanti poveri diavoli, così la rivincita populista cattolico-evangelica, cavalca il sentimento di plebi prive di tutto, ma sensibili al calore di un'attenzione, soprattutto se vestita di bianco e profetante un'altra vita di letizia e soddisfazioni spirituali, quell'ottimismo del vivere a cui loro non potranno mai aspirare. Il gesuita Bergoglio è un figlio di buona donna e, allegramente, inclina la barca di Pietro verso litorali post coloniali, ben avvertendo che un neo colonialismo unipolare "che crea continue discrasie e crisi in ogni parte del mondo" ( Vladimir Putin ) sarà l'avversari incontrastato dei poveri di tutto il mondo. Ma lui e solo lui, il successore di Pietro, può assumerne la rappresentanza verbale. Probabilmente, Raul Castro glielo voleva riconoscere e esprimeva la sua preferenza per una Chiesa latino-americana che tenesse in rispetto i nord americani, nei confronti di una nuova invasione che rimuovesse dalle coscienze e dal costume, con i sistemi caleidoscopici che conosciamo, quel senso mediato di "solidarietà o, nella fattispecie, di socialità che era stata alimentata, nella pigrizia e nella sensualità del caribe, per tutti i decenni successivi ad una rivoluzione militarmente formidabile, ma della quale Raul aveva solo sentito parlare. Mi pare che abbia affermato di avere studiato anche lui dal Gesuiti e che questo lo apparenterebbe a Bergoglio. E' probabile che il "gesuitismo", tutto politico, che cioè non crede in nulla e che per nulla ha combattuto, limitandosi agli studi collegiali, abbia trovato una chiave interpretativa, nella quale i poveri saranno, come a loro compete, solo strumenti, dolci e paciosi se tutto andrà bene, dispersi ed uccisi se dovessero sorgere delle probabili complicazioni. In quest'ultimo caso, le celebrazioni non mancheranno.

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