domenica 17 maggio 2015

In itinere o sul posto.

Ieri, a Bologna, hanno sfilato i rappresentanti dei Sinti e dei Rom, le comunità nomadi, zingare, che si sollevarono, a differenza di quanto fecero gli Ebrei ( con l'eccezione del Ghetto di Varsavia )contro i loro aguzzini. Queste comunità, senza analisi dei comportamenti individuali, sono accusate di essere una genia di ladri. In diversi casi, è vero. Non ci sono ladri fra gli indigeni? La loro itineranza li rende inafferrabili e sospetti, anche se hanno regole, lingua e tradizioni note e che sarebbero studiabili se rivestissero un qualche interesse economico. Anche le discipline umanistiche e antropologiche aprono a qualche facoltà di reddito, ma non relativamente alle etnie nomadi, che sono anche da questo punto di vista marginali e indifese, in quanto possono contare solo su se stesse e anche questa non contemplata facoltà di autotutela li mette a rischio di ulteriori pregiudizi. Gli Ebrei, pur non tutti sionisti, hanno accettto di organizzarsi in uno Stato dal quale praticano, a livello istituzionale, ma soprattutto di intelligence e di azioni armate senza diplomazie, la rappresentanza statica, territoriale dell'ebraismo. Proprio questa sedentarietà li ha tasformati da oppressi in oppressori, almeno all'interno degli espansi confini statuali, dopo la guerra dei sei giorni, dagli Stati arabi improvvidamente mossa contro di loro e risoltasi con una debacle mai più recuperata. I sionisti stessi, per puntellarsi in un'area nella quale avevano rimosso gli stanziali da secoli e "godevano" dell'ostilità specifica e locale che li accompagna, dispersi, in tutto il mondo, si sono fatti custodi degli interessi nord americani in una zona energeticamente strategica, in sostanziale combutta con reami oscurantisti che si appoggiano a loro volta alla potenza americana ed al petrolio per sopravvivere, pur essendo i contenitori di tutte le "eresie" islamiste che alimentano il terrorismo. Sul palcoscenico della vita, provocati da casa Pound e dai Fratelli d'Italia della Melloni tiroidea, i nomadi violinisti hanno cantato la loro solitudine. Chissà se intuivano o se interessava loro intuire in quel frangente, la possibilità ( per loro puramente teorica e remotissima ) di diventare un giorno, stabilmente, degli accettati oppressori?

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