martedì 1 luglio 2014

Che di noi ciascun lo dice..

I flash dei computer che accompagnano la nostra vita e che la impressionano, mi hanno impressionisticamente sorpreso: che di noi ciascun lo dice, che di noi ciascun lo fa. Sono un modestissimo blogger, ma mi è capitato, a suo tempo, di imparare, oltre al menabò, la funzione propagandistica dei redazionali pagati, con i quali, appunto, anziché occupare spazi ben più costosi, per avere visibilità e mandando in soffitta tanti sforzi sottopagati o non pagati presso le redazioni dei giornali, ci si assicura un'intervista. Osservavo, dunque, la riproposizione in PDF di un breve articolo-intervista a rima baciata o a domande e risposte concordate, nel quale il condottiero di un'impresa epica cazzeggiava con un cronista assente. La dimensione presunta dell'articolo, sulla pagina, poteva implicare, ai prezzi correnti, un esborso consistente. Si sa, la vanità non ha prezzo... o costo. Vi si narrava dell'unica realtà economica che anziché esodare, assumeva. Veniva sottolineato che i costi, per questa via, aumentavano ( come se gli esodi fossero gratuiti per le aziende che li mettono in atto ) e poi ci si inoltrava in una comparazione, ammantata di modestia, con i due colossi dai piedi d'argilla del credito nazionale. Di uno di codesti, secondo le stime fornite, ho dedotto che in sei anni, l'organico diffuso in tutta Europa, si è ridotto di 15.000 unità e che si attesta quindi su 155.000 addetti. I quindicimila sono stati esodati a carico esclusivo dell'azienda che si è assunta l'onere completo di una pensione anticipata, compresi i contributi mancanti. So benissimo che gli obesi forzieri internazionali hanno provocato la crisi nella quale ci dibattiamo, in Italia come in Inghilterra e in ..Germania, per la stretta commistione di interessi fra politici locali o di Land e le Banche regionali. Costoro sono, di solito, sottopanza di Ministri e uomini politici nazionali, che, a loro volta, sono al di dentro, direttamente o tramite fidati rappresentanti, dei grossi Istituti, ora anche esteri. Su che cosa si basano, però, comparazioni improprie rispetto a realtà solo figurativamente omogenee? Ma esuliamo, anziché esodiamo, da situazioni ormai alle spalle e concentriamoci sulla paradisiaca realtà, nella quale non c'è bisogno di tagliare il personale perché lo si è già potato all'origine, per trarre frutti dal penoso agitarsi di tanti poveri moncherini. Diminuire ancora, vorrebbe dire chiudere, a singhiozzo, una rete stremata dallo scalpiccio frenetico, dalle ferie assegnate d'ufficio e ricondotte, con ipocrite calibrazioni, a un regime uniforme e sottodimensionato, a un controllo incrociato di pensieri espressi e di comportamenti difformi dai protocolli di regime, nell'ambito dei quali anche le vittime sono complici. Potrebbe, altrimenti, risultare compromesso il trasferimento secco di ricchezza dal basso verso la cima aguzza ed angusta della piramide societaria. Ma, anno dopo anno, mentre gli azionisti vanno in crociera sulle barche private, le maestranze asservite scavallano e coprono le lacune, secondo affinità pseudo-culturali, che le gratificano di chiacchiere, da ripetere all'esterno, secondo un ruolo estetico e di simulazione di status e che le lasciano sistematicamente al palo dei diritti e delle retribuzioni. Si sfruttano le difficoltà, sempre più estese, per crearsi una base favorevole all'indebitamento dei piccoli privati, che, legati per questa via al carro reddituale, lo traineranno, chi più, chi meno, nel corso del tempo a venire. Fare credito per creare debito inerme. Tant'è che, in questo momento, viene trascurata l'impresa trattativista che vorrebbe, sull'abbrivio di un prestigio perduto e della comune avarizia usuraria, continue limature alla condizioni che, altrove, a livello di proposte, "sono molto più favorevoli". Si fa così ovunque nel volatile mondo delle impressioni finanziarie e ciascuno dice o fa dire di se, a conferma delle reiterazioni intra moenia, ciò che più gli aggrada. Ma così come la vanagloria si autoalimenta, anche il denaro creativamente creato, così come appare, repentinamente scompare, senza che nessuno, tranne il mercato, ne sia responsabile. Il mercato non è accusabile, a quanto pare. La recessione produttiva data dal 1973, la stasi retributiva dal 1974. La finanziarizzazione ne è stata la conseguenza, così come la propaganda si è sostituita alla realtà. Checché se ne faccia dire.

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