lunedì 14 luglio 2014

Lunga vita al Fuhrer, dal tweet di un Ministro malese.

La Germania ha vinto il suo quarto titolo mondiale nello sport più sponsorizzato del mondo e, per quattro volte, è stata seconda. Non è così: la Germania ovest, che non era la Germania di nuovo unita, ha vinto tre titoli e per quattro volte è arrivata seconda. Una volta, la Germania est battè per uno a zero quella dell'ovest e la Merkel era in tribuna con lo stesso tailleurino rosso, scolorito per l'uso, di ieri sera, ma nelle file secondarie, contenta dello "storico" successo. La Germania tre volte vincitrice era solo la versione tecnico-mercantile occidentale e solo ora, nel momento in cui si afferma, unica in Europa, sul piano economico e politico, celebra pubblicitariamente una vittoria che è stata frutto di metodo e di applicazione, lo stesso che la porta a primeggiare comunque. Anche sul piano caratteriale, le nazioni latine si sono distinte per deconcentrazione e menefreghismo; il caldo a cui dovrebbero essere più abituate dei Tedeschi, le ha indotte all'indolenza. Al menefreghismo degli Inglesi, però, non è arrivato nessuno: per loro l'intero piano che li ospitava pullulante di prostitute, intrattenute fino all'alba e debitamente fotografate dai tablod albionici. A sottolineare lo spirito emotivo dei latinos, c'è stato l'arrancare, fino alla fine del primo tempo di gioco, di Messi che, stravolto dalle contrazioni gastriche, espettorava e sbavava per tutto il campo. Avesse vomitato o gli si fossero sciolti gli intestini, la cosa avrebbe preso un aspetto silvestre, incompatibile con la muschiosità del campo. In mezzo ai contendenti, un arbitro puliden, puliden: Nicola Rizzoli della sezione A.I.A. di Bologna, sgambettante con studiata indifferenza alla parte che il copione gli aveva assegnato, prodigo di garbati conciliaboli con i giocatori e di pacche sulle spalle ad alcuni. Nicola Rizzoli, che di mestiere fa l'architetto, ha aggiunto ai settantamila euro netti che percepisce come arbitro nazionale, un benefit di due terzi superiore in qualità di internazionale ed un cachet superiore ai due precedenti sommati, come finalista arbitrale del mondiale. Lui ha comunque vinto. Lo spettacolo è finito. La FIFA ci ha straguadagnato, il Brasile si è solo immiserito. Eppure Dilma Roussef è descritta come abbarbicata ai sondaggi che, dopo la disfatta brasiliana, mettono in dubbio la sua rielezione. Non può prendere esempio dai tedeschi che sono privi di fantasia, ma roullando, roullando, sono sempre primi o fra i primi.

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