sabato 19 luglio 2014

Il mosaico.

L'inversione ad "U" giurisprudenziale nei confronti del CEO di Forza Italia, se ha o non ha una logica giuridica, passerà comunque agli atti come illogica per il senso comune, cioè ultrafunzionale alla politica. Dopo la sua accettata defenestrazione, che ha configurato un vero e proprio "golpe bianco", al quale non è ancora seguito il ripristino di una mutata ed autoritaria pseudo-democrazia oligarchica, Berlusconi ha saputo trovare una efficace collaborazione con il PD renziano, sotto la regia di un vecchio arnese del comunismo( ma fu in gioventù critico cinematografico di un giornale fascista ), che lo può portare, sotto una spada di Damocle, ad una riforma corporativa della Costituzione, molto simile a quella che, da solo, non gli era riuscita. Sostenendo il Govermo Monti, aveva già ottenuto la dicotomizzazione del reato di concussione, in costrizione ed induzione, come se nel mondo burocratico e protocollare delle istituzioni, ma anche delle gerarchie o aspiranti tali delle aziende, esistesse la libertà di coscienza. Esistesse, anzi, la coscienza. E' "normale" che interpretativamente, ora che, dai servizi sociali e con una sola fidanzata ufficiale, che stenta però a diventare moglie, il disarcionato cavaliere, ora risalito, ammaccato, in sella, possa concorrere pubblicitariamente al ruolo retorico di padre della patria, di questa patria e, per poterlo interpretare, abbia bisogno di nuovi aggiustamenti delle leggi che ha violato sistematicamente, non più a cura dei milionari avvocati Ghedini & Co., dimostratisi inefficaci anche da deputati, ma dalla sua partnership con il PD, quel PD che, come il caso delle cooperative dimostra, ha un interesse pratico, oltreché politico, a guazzare nella melma. Tale la politica di un popolo imbelle e corrotto. Ma, su questo, si sono spesi invano ben altri apologeti, perché io possa presumere di potermici esercitare a mia volta. Mi limito a constatarlo.

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