lunedì 14 luglio 2014

La fatalità di essere diversi nella cultura e tanto simili negli atti.

A Gaza, mentre le truppe speciali cercano i miliziani di Hamas - o almeno questo dicono - i droni, gli elicotteri e l'aviazione israeliani, composti dai mezzi più sofisticati e costosi in dotazione ai migliori eserciti, si accaniscono su una porzione minima di territorio, stipata. Colpiscono "accidentalmente" ospedali e servizi nevralgici, gestiti da volontari internazionali;distruggono abitazioni e ne avvisano gli occupanti con degli SMS, cinque minuti prima dell'incursione. Hamas ha vinto a stragrande ma non plebiscitaria maggioranza, le ultime elezioni che si sono tenute nei territori palestinesi, nel loro ghetto civile e politico, anche rispetto agli altri Stati arabi che non ne voglione condividere la criticità, ma che li fomentano e finanziano perchè indeboliscano il competitore sionista. Recita il diritto internazionale che un'entità, non necessariamente uno Stato che sia in aperta competizione con una struttura consolidata ed organizzata ha lo status di combattente, che potrebbe portarlo in futuro a costituire un nuovo ordine, un nuovo soggetto politico. Che cosa d'altro è Hamas, eletta a rappresentare il popolo palestinese, anche bellicamente? Un'organizzazione terroristica? No, giochiamo con le definizioni e, se si stratta solo di un'escrescenza violenta, perchè è stata investita del compito di rappresentare, come un organo di Governo maggioritario, il proprio povero popolo, deprivato da quarantotto anni della sua sovranità? Perchè impiegare contro di lui tutto un esercito? Il sionismo militante ha scelto, ancora una volta, di coinvolgere gli Ebrei in un'impresa che gode solo e temporaneamente dell'appoggio degli Stati Uniti e che li identifica come i suoi guardiani nella regione. Esito un po' minuto per un popolo, per definizione, senza approdi territoriali, frammisto, ma autonomo culturalmente, in ogni ambito nazionale. A favorire questa scelta parziale - molti Ebrei non la condividono - sta, sul piano logistico, finanziario e delle alleanze, la fortissima lobby di New York, ma, se e quando, per una "congiura" della Storia, le ragioni del finalizzato ruolo privilegiato di tante ed eterogenee etnie di colonizzatori, lo scopo, dovessero affievolirsi ( per una riduzione delle risorse petrolifere, ad esempio ) ecco che una significativa ma non totale rappresentanza della nazione abraica, avrebbe di nuovo esposto tutto quel popolo, alla vendetta di altre intere etnie, supportate nella loro rivalsa dal risentiemnto intellettuale di moltissimi osservatori internazionali e di molti Governi.

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