venerdì 4 luglio 2014

Il dolore del mondo.

Il parlamento boliviano ha abbassato l'età legale per poter lavorare a dieci anni, adeguandosi allo stato di fatto, con una serie di limitazioni, come la non interferenza al diritto allo studio, che ricordano le grida manzoniane. Il paese dei narcotrafficanti che controllano indisturbati varie aree - le più prospere e integrate - protetti da un esercito privato - come gli oligarchi impossessatisi delle economie in Russia e Ucraina - apre, dopo una "aspra e vittoriosa battaglia sindacale" al lavoro minorile più indegno. I bambini potranno continuare a fare, legalmente, i lustrascarpe, con la cassetta e gli spazzolini da denti per spazzole, avvicinare gli stranieri e proporsi:"professional senor". L'hanno detto anche a me, non in Bolivia, ma non credo che lo scenario cambi. Lo sfruttamento di un'infanzia negata servirebbe a sradicare la miseria assoluta entro il 2025. Scenari da programmazione economica di sovietica memoria: non riuscivano mai e venivano sempre riproposti. Anche il capitalismo finanziario mi sembra identico. I bambini boliviani potranno appaltarsi per pulire le lapidi nei cimiteri e svolgere mille lavoruccoli sottopagati e in gran parte pericolosi, sperando inconsciamnente che il caso che li ha voluti vivi, se li riprenda il più presto possibile. La legislazione creativa della Bolivia ripiega, come tutta la società mondiale, sulle regole di un mondo primitivamente originario, nel quale la droga era stordimento ed oblio del nulla. Meglio criminali della droga stessa che agnelli asserviti per sradicare il buon senso. La menzogna è il supremo oltraggio.

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