mercoledì 30 luglio 2014

L'alienazione guerresca.

Milleduecento morti in est-Ucraina; milleduecento morti fino a ieri a Gaza, dove oggi le granate israeliane hanno fatto strage anche dentro un edificio adibito a rifugio per i profughi, dentro un caseggiato. I bambini che anche oggi sono stati sacrificati dormivano: la loro vita si è spenta in un sogno, non hanno più ripreso contatto con una realtà misera e terrificante. L'esercito israeliano vuole sapere se deve ritirarsi o se deve proseguire e, in quest'ultimo caso, fino a che punto, con quali obiettivi. Le decine di caduti fra i loro ranghi chiedono delle motivazioni meno generiche, perché l'esperienza dimostra che queste decimazioni nel campo palestinese, non cancellano i problemi della guerriglia e rimandano di qualche anno un'altra parziale definizione. La democrazia israeliana, al suo interno..solo al suo interno, contempla delle possibilità che le fanatiche milizie di Hamas ed anche il primitivo sentire comune delle famiglie arabe non conoscono: sono numerosi i renitenti alla guerra nella striscia, fanno obiezione di coscienza specifica contro il massacro di Gaza. La legge glielo consente: non faranno il servizio civile durante un'operazione bellica, ma andranno in carcere per sei mesi. I renitenti lo sanno e lo accettano. Da noi si direbbe che preferiscono una breve carcerazione ai rischi vitali del conflitto sul campo; spero che non sia così, anche se sarebbe legittimo, dato che i palestinesi ed hamas non sono in grado di portare danni irreparabili né di prevalere sul suolo israeliano. C'è da domandarsi se Israele pensi di poter lasciare i disperati abitanti di Gaza, che non possono scegliere, nelle condizioni nelle quali la mattamza in corso li lascerà, segregati in un ghetto ed isolati dal resto del mondo, anche se riuscisse ad annientare Hamas e se si illuda che dalle macerie sanguinanti, morta hamas, non nascano formazioni ancor più radicali perché politicamente sprovvedute. Il caso ucraino sembra dar corpo ad un conflitto senza soluzione, né militare, né diplomatica, simile a quello dell'Afganistan, nel quale, ai poteri tribali, si sono sostituiti nelle aree urbane i poteri delle milizie o degli eserciti, autoctoni e di occupazione, senza che due eserciti, quello sovietico e quello statunitense, siano riusciti ad aver ragione della prevalente cultura talebana, alla quale certamente concorrono le forniture militari di potenze ascose, regionali o lontane, alleate su altri versanti con gli invasori alieni.

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