domenica 20 luglio 2014

I tragici effetti di errori incuranti.

Nell'affollata enclave mediorientale, nella quale i primigeni abitanti della Palestina che non avevano avuto l'accortezza o l'unità d'intenti per fondare uno Stato e che, per questo, sono stati espropriati della loro terra, sono accalcati in spogli e polverosi quartieri, fatti di case in calcina e cartongesso, senza un ciuffo d'erba d'intorno, la guerra terrestre s'intensifica. I poveri abitanti, che un tempo erano stati l'élite culturale fra le nazioni arabe, con abiti di riporto e i tratti stravolti, corrono per i vicoli distrutti del loro alveare senza discrezione, in una drammatizzazione della vitalità scomposta della strada, dove frotte di bambini senza futuro, provano insieme paura ed eccitazione. I tentativi di trasferirsi in Giordania, in Siria ed in Egitto, dove avrebbero compromesso gli equilibri dinastici o dittatoriali, sono stati rifiutati e affogati nel sangue. Per cui si trovano, non privi d'identità, confinati in una riserva, nella quale non si rassegnano a vegetare. Oggi, un intero quartiere è stato distrutto dai colpi di mortaio; le fragili murature si sono polverizzate, sessanta persone sono state uccise e fra di esse, molti sono stati i bambini, troppo numerosi e troppo sparpagliati per le strade perchè le famiglie, già oggetto di olocaustici attacchi, possano tentare di salvaguardarli. C'è, in questa insensibilità verso bambinelli inermi, un senso di bieco razzismo, che ha avuto i suoi prodromi nell'omicidio gratuito dei tre figli dei coloni e, da parte di questi ultimi, del ragazzo che si accingeva alla preghiera, prima del lavoro. Vecchi e bambini giacciono in mezzo alla confusione, isolati dal contesto dal ripiano di un tavolo rovesciato, sporchi, stracciati e deprivati di qualsiasi consolazione, quando non sono feriti o moribondi. Numerosi medici sono affluiti dall'Egitto, per soccorrere i feriti e i mutilati su materassini posti a terra, nei corridoi degli ospedali, nei quali gli spazi si stanno esaurendo, facendoli assomigliare ad un macello. Hamas che non ha mezzi aerei, sul terreno combatte con efficacia: non è una bella statistica ma oggi da tredici a diciassette soldati israeliani sono caduti, il che non può che aumentare la foga eliminatoria e distruttiva degli invasori, nel ghetto che hanno creato, applicando ai disgraziati sottoposti al loro dominio, la loro sorte storica. La scelta post bellica europea, che poi, ovviamente, non è stata in grado di assicurare appoggio logistico e militare agli israeliani, che sono stati supportati dagli statunitensi, si è dimostrata completamente errata. Mai zona del mondo, da allora, è stata più instabile e caratterizzata da crudeltà ed ingiustizie. Come se non bastasse, i francesi e non gli americani, li hanno dotati della tecnologia nucleare, che ne fa ora una realtà inamovibile regionale, ma che, irrazionalmente, emotivamente, assurdamente, religiosamente viene contestata, fino alla morte. Per questo, ripetitivamente questa insensata convivenza continua a protrarsi, in uno stato di guerra non dichiarata permanente. La difesa israeliana non si oppone solo ai razzi di Hamas, che attualmente è al potere solo nella Stricia di Gaza, dato che i militari egiziani hanno deposto il legittimo loro fratello musulmano, ma non per questo demordono "finché non saremo tornati da soli a Gerusalemme". Anche loro. Per conto ed in accordo con gli Stati Uniti, Israele si contrappone a qualsiasi tentativo di neutralizzarlo sul piano militare. Da questo origina l'assoluta ostilità verso il programma nucleare iraniano, che, anche in assenza di una applicazione militare immediata, potrebbe assumerla in futuro, ridimensionando la sua leadership incontrastata. Per questo il medio oriente è una sentina di terrorismo ( praticato anche da Israele ), di spionaggio e intrighi incrociati, nei quali trovano assestamento gli interessi finanziari della Mecca dell'Islam, degli emirati turistici, del neocolonialismo francese ed inglese e gli interessi petroliferi degli Stati Uniti, che, quando non intervengono con l'intera armata in missione, si servono di Israele e degli ambigui servizi degli egiziani. Società divise ideologicamente, come il mondo durante la guerra fredda, fra filo-occidentali e islamisti. In mezzo la retorica resistenziale di Gaza e la sanguinante e polverosa realtà delle sue macerie.

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