mercoledì 2 luglio 2014

W...W integrazioni al welfare.

Welfare, welfare..sembra l'incipit di un musical. Una volta si chiamava Stato sociale, ma da noi, a parte la parentesi fascista, non c'è mai stato e, con esso, il senso di cittadinanza che avrebbe potuto concretizzare. Ci sono stati i cinquant'anni di clientelismo democristiano, le pensioni di sussistenza al sud, prima che i confusionari modernizzatori sfasciassero il giocattolo, senza più la patina della litania benevola e provvidenziale, con la loro pretesa stolida di tradurre tutto in quel che effettivamente era: ipocrisia e corruzione, della quale volevano servirsi, dichiarandola. Hanno fatto così da capri espiatori nella demolizione della Prima Repubblica, succeduta alla guerra e alla divisione in blocchi, anche all'interno del nostro Paese. Si diceva del fascismo. Beh, è per molti versi evidente che Benito Mussolini era stato un socialista: l'economia pubblica, la pur invadente assistenza dello Stato autoritario, la previdenza, i canoni corporativi, che, pur privilegiandoli, legavano un po' le mani ai padroni ex liberali, cioè anarchicamente lanciati a farsi gli stracazzi loro, le assegnazioni delle case popolari, avevano ammorbidito la dura vita delle classi subalterne, eccitandone lo spirito retorico. La fine del comunismo, che aveva sedimentato quegli usi, artefacendoli, ha rilanciato la foga speculativa ed egoista del padronato privato, fino allo sfacelo dei diritti che chi non li ha mai conosciuti non può confrontare. In questo vuoto spinto, ecco che si insinuano le imprese che mai avevano acconsentito ad adottare i contratti nazionali di categoria e si erano rifiutate, con pretesti da pericottari, di dar luogo, in azienda, ai contratti di secondo livello. Ora che anche il primo livello è in discussione, eccoli "incredibilmente" disposti, in accordo e collaborazione con il sindacato collaborazionista, a sperimentare o ad imporre forme di welfare intra moenia, simile nelle premesse ad un feudalesimo protettivo, nel quale la frantumaglia dei bruti alle vanghe e ai vomeri, coltiva le primizie per i feudatari in cambio di una capanna, un frutto rancido, riscaldati dal timore che tutto questo poco possa svanire da un momento all'altro e, per non perdere la benevolenza del signore, si astengono dall'aspirare al frutto proibito. Sarà drammatico e spassoso. Non so se Giulia, rimasta incinta, è tanto coglionata da temere di rimanere a casa perché teme che il suo lavoro non le sia più riattribuito. Deve essere sancito che, al rientro, in base all'inquadramento maturato, si deve ripartire da dove si era lasciato. Poi c'è il papà che, giunto all'età mediana è pensieroso perché, quadagnando in termini reali tanto quanto percepiva all'inizio, teme di non poter sgravare la prole dei sacrifici necessari a farsi una casa, una famiglia. Non temere papà, il welfare aziendale ti procurerà finanziamenti attraverso la cessione del quinto, il prestito oneroso e tu sarai sempre più dei nostri. C'è quello che è sempre a caccia di sconti: siamo pronti ad offrirgli un'automobile di grossa cilindrata, piena di ammaccature e di graffi, con le portiere che non si chiudono e le gomme lisce, se ci aiuterà a recuperare un po' del credito che il pignoramento non soddisfa. Poi c'è quello sempre all'aperitivo con i colleghi e il Maestro di mestiere che lotta in palestra contro la pinguedine che lo emarginerebbe fra gli impresentabili. Tutti costoro sarebbero dei professionisti, ma io propendo perchè siano al massimo quadri od impiegati con stipendi contenuti e bisognosi di welfare, cioè di prestiti aziendali, di margini condivisi, a suggello della loro dipendenza. Il welfare infatti non si applicherà ai private bankers. Insomma, i nostri operai della vigna stanno dando il massimo per il nostro miglior vino. Stiamo parlando di noi. Che cosa sia il benesere è un tema fortemente personale, un'idea con la quale ce l'abbiamo in mano. E noi vi aiuteremo a menarvelo meglio, con il lubrificante sindacale. Le iniziative si susseguiranno. Scusate, un modesto enunciato: io ho sempre avvertito il mio benessere, senza stare a pensarlo, nelle facoltà che il mio lavoro e il mio sicuro guadagno, non soggetto a "meritocrazie" ( verso chi? ) mi ha apportato. Stava alle mie qualità, alle mie relazioni e alla mia libertà di pensiero e dal pensiero aziendalistico e di fare quello che mi pareva, riempire questa semplice qualità di contenuti. Ho sempre pensato e penso che l'importante sia vivere pienamente ed essere affrancato da ogni ipotesi di welfare costrittivo. Grazie, del vostro welfare faccio volentieri a meno - credetemi - e vi sarei grato se mi rompeste poco le palle per concionarmelo. State infatti parlando di me. Post scriptum. Volevo ben dire: al raggiungimento di determinati obiettivi si potrà concorrere a una erogazione di trecento euro lordi, come da contratto corporativo o settario aziendale e..udite, udite, alla contribuzione di altrettanti euro ( o sono gli stessi, in alternativa? )al Fondo pensioni cogestito da aziende e sindacati, come è ovvio e rassicurante. E poi rimborsi rette per asili nido, borse di studio, implementazioni ai calli delle prestazioni sanitarie. A seconda dell'opzione si attiveranno le più sofisticate procedure informatiche. Potrete optare il 15 Luglio o il 10 Settembre, poi vedremo..non voglio anticiparvi nulla. Fremete dalla curiosità? Sarà, ma mi sembrano quelle quintalate di proposte commerciali che intasano la mia casella di posta elettronica. Fino ad ora non avevo mai frapposto dei filtri, ma credo che sia giunto il tempo di cominciare. Intanto, clicca qui.

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