mercoledì 21 maggio 2014

Riservisti.

Un altro colpo di Stato militare in Libia, a contenimento degli islamici che, in Cirenaica, stanno contestando il regime instabile sorto dopo l'omicidio eterodiretto di un dittatore ondivago, che andava sostituito. E' stata la cifra dei pacifici sei anni di mandato di Obama e ha visto, maldestramente e timidamente, la compresenza delle ex potenze coloniali europee. L'Italia ha provato a trattare con il dittatore sul limitare della sua esperienza, ma si sa e, forse, non è un male, l'Italia non ha possibilità di politica estera autonoma e tracheggia, disprezzata, in tutte le situazioni, contraddicendosi a pochi giorni da una presa di posizione, rispetto ad un'altra contraria. Le democrazie indotte sono miseramente fallite nei Paesi della primavera araba, contraddette dal fatto incontrovertibile che le popolazioni stanno plebiscitariamente con le forze religiose regressive, oscurantiste, ma soprattutto imprevedibili, che necessitano, quindi, per contrappeso, di un'altra dittatura secolare, armata e irredimibilmente corrotta per assenza di dibattito civile. Ed ecco proporsi, quasi casualmente, un militare che, dopo aver tentato un'insurrezione dal Ciad contro Gheddafi, venticinque anni or sono ed essersi rifugiato per un quarto di secolo in Virginia, ormai anziano rispolvera la divisa e si impone al vertice di una macchina repressiva che contrasterà gli insorti devoti della Cirenaica, la ex regione "italiana" da cui sono partiti i moti antigheddaffiani. Come in Egitto, dopo regolari elezioni; come in Italia, dopo regolari elezioni, come in iraq, dopo la "liberazione" statunitense da Saddam. Quanto ad Al Qaeda, senza Osama Bin Laden, continua a far sentire i suoi effetti nelle regioni disastrate dalle guerre e dai colpi di Stato molto più di prima. Evidentemente, tutto questo è secondario per chi le ha orchestrate.

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