giovedì 29 maggio 2014

Esitenzialisti loro malgrado ed esistenzialisti inconsapevoli.

Ho salvato, nella mia cartella-documenti, la foto degli esseri umani avviluppati nella ragnatela di sei metri che sostitusce il muro - uno dei tanti - divisorio fra l'Africa e l'Europa, a Melilla. Questa enclave spagnola in teritorio marocchino, insieme a Ceuta, ospita alcuni acquartieramenti della Legione straniera ispanica, di cui molti non sospettano neppure l'esistenza, ma che ho visto personalmente in tutta l'Andalusia, in un periodo in cui non c'era l'assalto a un pasto caldo e a un bivacco recintato, nel quale sostare per sopravvivere..e basta. Ogni giorno qualcuno tenta di saltare questo sbarramento meccanico che serve a rallentare i movimenti degli scalatori ed a consentirne la cattura. O l'uccisione. Infatti, molti di questi disperati sono stati uccisi nella vicina radura dove sono soliti nascondersi, ma la superficie coperta è talmente esigua che la soldataglia e la franchista Guardia civil, ne hanno frequentemente assottigliato i ranghi. Oltre il Muro di Berlino si fuggiva sperando nella ricongiunzione familiare nella parte opulenta della Germania; qualcuno per illusione libertaria, andando ad incrementare un pantheon martirologico verso un ideale che non poteva essere mai corrispondente alla realtà. Adesso si superano le barriere materiali, per incappare in quelle psicologiche indotte dall'ambiente inospitale, oppure ci si ferma - come già detto - su una morta piattaforma artificiale, dove la vita ne assume le sembianze. Dalla metà degli anni '40 al 1960, Jean Paul Sartre coniò l'esistenzialismo, la morte interiore, condizione dalla quale osservare e descrivere la realtà; una morte attribuita e diffusa, nell'ambito di una società esteticamente al suo culmine, appartata ed ignara rispetto alle vicende belliche e coloniali della Francia. Albert Camus rappresentà l'alienazione, non priva di tentativi costanti di revanche vitale, dell'étranger, dell'estraneo, dello straniero. Loro non correvano lungo le grate di una civiltà reclusiva ma inclusiva, almeno sul piano alimentare, ma si ritiravano dalla quotidiana battaglia per condurne un'altra, culturale, para-politica e civile, che portò Sartre a rifiutare Nobel, Legion d'Onore e la cattedra all'Academie francaise e Camus ad una morte precoce e poco chiara. I poveretti, arrampicati come primati sulla gabbia, sanno, a loro volta, di essere nati per un caso avverso e non possono coltivare speranze, ascesi e fissità, prima di essersi rifocillati. Accorrono, dopo essersi combattuti, abusati, ignorati lungo il loro percorso, a un desco residuale, esultanti, oranti, alla meta minima dell'esistenza. Se per qualcuno, la vita era priva di senso senza libertà, a loro la vita appare in tutta la sua insensata assurdità. Esistenzialisti, loro malgrado. Gli altri, integrati, anche quelli ai più elementari livelli della stratificazione sociale, li cacciano, li uccidono, sentono che fra loro e gli scomposti ostacolisti corre un diaframma sottilissimo e si impegnano con tutta la loro cattiveria per impedire che sia infranto. Esistenzialisti inconsapevoli. Nel mondo agognato, altre tribù di zoticoni competono e confliggono per accaparrarsi le risorse sempre più scarse e lasciarne privi tutti gli altri. A chi sopravviverà riserveranno la rimozione della loro sporcizia. Ma quà siamo già a Eugène Ionesco.

Nessun commento:

Posta un commento

Sono graditi i tuoi commenti