domenica 11 maggio 2014

Dinamiche di sviluppo.

L'arresto di Claudio Scajola da parte della DIA di Reggio Calabria, non è, secondo me, la scoperchiatura delle società segrete, massoniche e non, che in quel contesto rivestono un marcato carattere tradizionale, "al servizio delle n'drine", come commentano, direi tutti, i quotidiani e i settimanali. Propendo a credere e non da oggi, che la società dominante, le conservatrici classi opulente, l'entità dirigente locale, non siano al servizio delle n'drine, bensì che se ne servano, nell'aggiornamneto storico del connubio latifondistico, quando la mafia si costituì come guardia bianca del latifondo, cioè al suo servizio. In quel tipo di società, così legata alle gerarchie simboliche e ad un potere che non conosce ancora una cinesi verso un'evoluzione borghese, che in altre plaghe è già in via di regressivo superamento, non ce li vedo i moderni discendenti dei feudatari in una posizione subordinata e servile verso dei primitivi violenti, ai quali la ricchezza non ha apportato, come ai loro burattinai, un barlume di moderna civiltà. Non che i maggiorenti non la conoscano, ma non la esercitano in loco, dove i rapporti fra le persone restano immobili e stantii. Le ricchezze estorte in giro per il mondo non coinvolgono le buone e povere persone che vivono nei vecchi feudi mai veramente affrancatisi dai costumi baronali e di cui i mafiosi costituiscono la difesa e la salvaguardia. Incoraggianti le parole del procuratore capo di Reggio Calabria, che ha identificato in questa presenza oppressiva e ancora mai intaccata, l'impedimento allo sviluppo della regione. Dimenticavo: Scajola è genovese, quindi un tramite di collegamento con quella società mafiosa di vertice di cui Matacena era un esponente locale. La transumanza verso questo anziché quest'altro ( salvo ridenominazioni ) partito politico, è la cifra del camuffamento di un intreccio di interessi, anche internzionali, di cui si servono i politici malfattori, tramite le mafie. La gara è improba, ma va condotta con sistematictà; il contrasto ai prepotenti ed ai profittatori non deve più cessare, anche se certe decisioni della Corte di Cassazione fanno disperare circa l'immunità para mafiosa anche dei vertici giudiziazi dello Stato.

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