martedì 27 maggio 2014

Alla fine vincono sempre i soliti.

Gli ottanta euro per gli stipendi plebei sono entrati oggi in busta paga. La paura di non prenderli ha fatto novanta o è stata una grata investitura della plebe medesima al bolso signorotto fiorentino? Una miscellanea di tutte e due le cose. Al Grillo attore e, quindi, battutista, si è ritorta contro la battuta e a nulla sono valse le sue astratte e non condivise perorazioni per un'Italia più seria e per una severa censura dei ladri e dei profittatori. E noi di cosa vivremo, devono aver pensato i lazzari? Meglio un uovo oggi che una gallina domani..e via così. A nulla è valso al Grillo parlante ed allo ieratico e un po' spaventevole Casaleggio, aver restituito il finanziamento pubblico ai partiti, nè si è apprezzata la resistenza alle pretese stipendiali di impiegati improvvisamente trovatisi con ventimila euro al mese esentasse. Vedremo quanti resisteranno al fascino del quantacinquemila brussellesi, almeno verso la fine del mandato, dato che in quell'inutile consesso, i mandati quinquennali si portano a termine. Renzi rappresenta indubbiamente l’evoluzione della specie democristiana. Gli ingredienti sono i soliti: chiudere un occhio sull’evasione fiscale, chiuderne due sull’economia in nero, il precariato come panacea contro la disoccupazione, guerra al sindacato che per un partito, un tempo di sinistra, non è male. Più gli ottanta euro in busta paga, di cui si è detto, puro voto di scambio, una trovata non propriamente innovativa. Ditemi voi, Grillo cosa poteva offrire? Perché di questo si tratta. Alla fine non c’è stata partita. Un po’ come l’Atletico contro il Real Madrid.

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