lunedì 26 maggio 2014

Celebrazioni o riempitivi?

A volte, leggendo le cronache enfatiche sulle ridicole vicende politiche nazionali, si ricava l'impressione che, al pari delle cronache sportive o delle autocelebrazioni aziendali, l'Italia si consideri l'ombelico del mondo, mentre invece è un Paese quasi insignificante negli scacchieri mondiali e regionali, dato che il "quasi" si riferisce al suo stare attaccata come una cozza al convoglio che corre meglio al momento e che, regolarmente, non si cura di lei. Le elezioni italiane, questa volta, sembrano aver mancato l'obiettivo, perché il resto del continente si è frantumato e la Germania non vorrà sostituire con noi, la Francia xenofoba e anti-euro. Si è completamente ignorata la traumatica elezione del re del cioccolato, concessionario della Ferrero per l'Ucraina, un Petro oligarca che si declina in ucraino e non in russo. Costui, arancione e filo U.E. è accreditato di buona preparazione, nettamente superiore a quella di tutti i suoi compagni di corsa od avversari, rozzi e corrotti. Ha anche fama di uomo "realisticamente" onesto, comunque non esclusivamente alla ricerca di un'investitura pubblica per arricchirsi ed appropriarsi dei beni comuni. Ieri, mentre l'esercito ucraino cercava di reprimere le iniziative isolazioniste dei filorussi, un reporter italiano è stato ucciso da una granata. Oggi nessuno lo ha commemorato ed ha ricordato la sua giovane famiglia già orfana assurdamente di uno dei tanti testimoni della cronaca destinata a diventare storia. Tutti i notiziari hanno dibattuto fino allo sfinimento della nuova oceanica maggioranza bipenne, mettendo la sordina a tutto il resto, compreso il forte radicalizzarsi delle posizioni nello sgangherato perimetro dell'euro.

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