martedì 13 maggio 2014

Impressionismi.

Fra ieri e oggi mi è capitato di incontrare due ragazze, mentre ero al lavoro. La prima recava sulla carta d'identità la qualifica di astronoma, ma faceva la cameriera. La fotografia rendeva l'immagine di una ragazza buona e solare, poco più che infantile; l'aspetto che offriva era invece gonfio, tumefatto, con macchie sparse sul viso e sulle mani. La bocca leggermente storta e ravvivata malamente dal rossetto. Lo dico con assoluto rispetto, che deve cominciare dalla sincerità: una sguattera. Sembrava più che provata, anche in senso morale, ma era onesta, diretta ed esplicita. Le ho chiesto se pensava di poter avere miglior fortuna all'estero e mi ha risposto che ci stava seriamente pensando, ma che era trattenuta dalle cure parentali e dal rifiuto, non ancora superato, di doversi sradicare, dopo studi ben condotti. Ho già parlato di un'altra, dotata di master, che fa la gelataia, come un altro suo allampanato collega, dottore in Scienze politiche. E' altresì doctus nella medesima specialità il direttore del negozio di valigeria, di fronte; guadagna cento euro in più dei commessi ed ha sostituito una simpatica ragazza di colore, alla quale, per mancato raggiungimento del budget di vendita, non è stato rinnovato il contratto semestrale in scadenza. La seconda conoscenza riguarda una generosa dottoressa in filosofia che veniva a pagare l'iscrizione ad uno stage di recitazione. E' figlia di due medici, anche loro nostri clienti, che non l'hanno mai ostacolata nella sua aspirazione di coniugare piacere e lavoro, ma che le consentono di continuare a sperarvi, come invece non è stato dato all'astronoma ed ai due gelatai. La direttrice-commessa della valigeria - mi ha confidato il subentrante, anche lui con contratto a termine, da monitorare - aveva sposato uno degli amministratori di un calzaturificio, nel quale precedentemente lavorava e, quindi, può prendersi un periodo sabbatico. Dimenticavo: è passata come una meteora un'altra ragazza napoletana. Desiderava riscuotere una cifra irrisoria, prima di ritrasferirsi in Germania, dove, inconsapevolmente, aveva ripercorso le orme di tanti emigranti meridionali. "Per fortuna, lì tutto è diverso". Sarà, ma fa la barista. Probabilmente, lo scenario, il contorno, l'organizzazione sono più omogenei fra di loro, ma, allo stato dell'opera, sia per chi viene da noi a badare i vecchi, sia per chi va a servire beveraggi in Germania, le possibilità di lavoro attengono, oggi come ieri, ai lavori servili e la felicità è un orizzonte miope, dai colori confusi.

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