sabato 31 maggio 2014

L'ovvietà della prepotenza.

Una serie di edizioni stanno ripercorrendo a ritroso il colpo di stato, ordito dall'Europa dominante contro l'Italia, attraverso la defenestrazione di Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio. Le tardive spiegazioni sono, per molti versi, superflue, in quanto i fatti hanno già chiaramente parlato di per se stessi. Non c'era nessuna ragione al mondo per poter sostituire il legittimo Presidente del Consiglio con un frettolosamente bi-nominato, oltretutto privo di qualsiasi consenso presso il corpo elettorale, come le elezioni successive hanno dimostrato, fino all'estinzione del suo partito. Paradossale che sia (stato?) anche candidato alla Presidenza della Repubblica, prima della riconferma del garante Napolitano. E' bene che la vicenda storica venga dipanata minuziosamente, perché, almeno, potrebbe favorire la sostituzione delle figure che vi hanno contribuito, una delle quali, il presidente francese, è già tornato a vita privata. La giubilazione di un Primo Ministro democraticamente eletto, sia pur supportato da strumenti imponenti - come il successo televisivo di Matteo Renzi sta lì ad attestare - e troppo distratto dai suoi, altrettanto imponenti, interessi personali, dopo i quali, legittimemente, ma imprudentemente si sollevava, è un fatto di una gravità inaudita; oltretutto fu reiterato dopo il tentativo rintuzzato a distanza di una legislatura, messo in opera dal presidente Scalfaro. Toccherà casomai al cavaliere caduto da cavallo ragguagliarci, anche per il tramite dei suoi agiografi, circa l'attribuzione, per ben due volte, della reclamata "responsabilità", che lo ha portato ad andarsene con la coda fra le gambe. Istituzionale (sic!) o aziendale? Comunque, l'Europa non può consolidarsi con il nostro apporto, finché anche la Merkel non sarà stata sostituita e non sarà stata efficacemente illustrata la funzionalità dello spread, una mera tecnica finanziaria, riesumabile ad opera di soggetti forti, per mettere bocca a terra gli elementi estranei alla neo-europa guglielmina.

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