sabato 16 luglio 2016

Vittoria di Pirro?

Il fallito colpo di Stato di Ankara e Istanbul, ha probabilmente segnato la fine della lunga speculazione politica della famiglia Erdogan. Se la repressione sarà feroce e se lui si attribuirà compiti legislativi, trapassando alla dittatura, verso la quale facveva scivolare la Turchia da più di dieci anni, entrerà nella zona grigia dei Gheddafi e degli Assad, all'interno di un Paese con ben altre facoltà geostrategiche di contenimento. La stessa Unione europea, vede da stasera minato un altro caposaldo della sua frontiera contro le immigrazioni via terra, dopo Ghedddafi, via mare. se fossero stati gli Stati Uniti a fomentare il colpo di Stato contro Erdogan, mi troverei nella contraddittoria, ma pragmatica situazione di approvarli: la Turchia eè un ciclope cieco e tale deve restare per non alterare gli equilibri che si vanno costituendo ad ovest, come ad est, verso quella Russia che è stata nemica sul campo anche recentemente del Sultano. I traffici della sua famiglia con l'Isis sono noti, gli statunitensi e parte dei membri dell' Unione europea, non potevano più accettarlo e, probabilmente, gli hanno tirato il gancio che, seppur tamponato e contrastato sul terreno dai suoi numerosi seguaci, che ha chiamato in piazza come un dittatore qualunque, ne ha indebolito la presa su una società complessa e contraddittoria come quella turca. Erdogan farebbe bene ad uscire di scena prima di finirci appeso per i piedi. I golpisti non erano unanimi; la marina non ha partecipato, il Presidente non è stato arrestato, i centri nevralgici non sono stati occupati, come avvenne nel 1980, quando, dalla terrazza dell'Hilton, potevo vedere gli ufficiali turchi recarsi a serate di gala nei locali della Radio Tv prospicienti, che avevano occupato e trasformato in un salone delle feste. Quindi, l'opposizione è divisa, ma lo è anche la compagine filo-governativa e, in queste condizioni, con le responsabilità militari e strategiche delle quali la Turchia, mal ripagata, è investita, non resta ancora molta strada da fare a un Presidente,a dir poco, contestato.

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