domenica 17 luglio 2016

Nessuno porge più l'altra guancia, non c'è bisogno: gli schiaffoni piovono da tutte le parti.

L'Isis sta perdendo la notorietà della violenza; ormai recita una parte da comprimaria nel mondo sanguinario quotidiano. E' riuscita ad inserirsi con un camionista fra una strage e l'altra e, dopo la Turchia, anche l'Armenia ha vissuto l'avvisaglia di un golpe. Il golpe turco era voluto dagli Stati Uniti per la doppiezza di Erdogan verso l'Isis stessa, nonostante, a sua volta, gli avessero lasciato massacrare i Curdi, la Germania non lo ha voluto sul suo suolo quando era in fuga e, subito dopo la riappropriazione del potere, il suo nemico di pochi mesi fa, Vladimir Putin, gli ha subito chiesto o promesso un incontro. Crollerà adesso la diga eretta in Turchia contro i profughi siriani? Il 50% del popolo turco è con il Sultano, ma l'altra metà, meno coesa e legata all'agnosticismo di Ataturk, gli è ostile. La carneficina è appena agli inizi e non tutta si consumerà sui patiboli. Negli Stati Uniti, golpisti in casa altrui, i neri hanno deciso - finalmente - di vendicarsi sui loro aguzzini, nascosti dietro le divise e, poche ore fa, ne hanno uccisi altri tre, nel sud del Paese. Un sospetto è stato cautelativamente ucciso, altri due - si dice - sono in fuga, ma la polizia razzista non è più al sicuro, non può più colpire a man salva. Anche i neri sono armati.

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