venerdì 15 luglio 2016

La faglia.

C'è una discrasia culturale profonda fra la vulgata propagandistica delle nazioni promotrici del conflitto con i neo-Stati, nati per effetto delle guerre monche di Bush e il modello biblico-immolatorio dei "martiri" islamici. Qualcosa di analogo, per simbolismi trasfiguranti, ai Kamikaze giapponesi. Anche loro si immolarono con i loro aerei trasformati in bombe, fino alle due atomiche di Hiroshima e Nagasaki, quando il loro "eroismo" non fu più richiesto, "come quello del poliziotto o della poliziotta ( non è chiaro di chi si sia trattato, in un'ambivalenza equalizzatrice )che sarebbe saltato/a sul camion saettante fra la folla a Nizza. La discrasia vetero-testamentaria e razional-giacobina è propria anche dei vertici politici ( non dei Paesi cattolici e latini ) controparte di fatto dei "terroristi", come attesta inequivocabilmente il diritto internazionale. Poi, è chiaro che ciascuno parla solo per se. Per altri versi, interpretativamente, lo stesso diritto internazionale può essere piegato a giustificare ogni sorta di prepotenza, sul volano della forza, non esistendo un sistema sanzionatorio applicabile a chi non lo osserva, mentre una coalizione di Stati può applicare sanzioni ad altri e, anche senza l'autorizzazione dell'ONU, le potenze maggiori hanno sempre fatto, da sole o in coalizione, il bello e il cattivo tempo, fermandosi solo, se adeguatamente contrastate, sul limitare di altre potenze in grado di autotutelarsi. Di fatto, non prevedendo sanzioni se non previa adesione libera a questo o a quel trattato, il diritto internazionale è un diritto per modo di dire. Saranno le assise formalizzatrici a sanzionare le piccole potenze regionali, anche di fronte a palesi menzogne di chi vuole provocare, che spesso, quando non aveva argomenti speciosi da far propagandare, è ricorso a incidenti programmati ad arte. Di fronte ad un criterio di possibile autoimmolazione per ripristinare una "giustizia" sostanziale e non formale, nel sentimento di chi ne avverte la violazione, la potenza di fuoco delle grandi e medie potenze militari, segna il passo e la guerra si cronicizza, quando non viene persa sul terreno nel quale la si è portata. L'Afghanistan, in particolare, lo testimonia. Per cui, la pretesa, ideologicamente disonesta, di portare la propria democrazia a società feudali ed autarchiche, dopo averle tirate in pista, dalla separatezza autosufficiente in cui si trovavano è di puro mantenimento di un'opinione convinta, per pigrizia e parziale, parzialissima autopercezione della realtà, ad accettare che, come ha detto onestamente, ma senza esplicitare, il Primo ministro francese Valls, pochi giorni fa: "la guerra durerà per un'intera generazione ed i morti saranno ancora molti". I propri, gli altri non contano.

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