martedì 5 luglio 2016

Il vaccino anticorruzione.

La noiosamente confermatoria azione della Procura di Roma contro la corruzione ben organizzata all'interno stesso della burocrazia fiscale e la spiegazione analitica dell'onnipresenza dei post-D.C. di Angelino Alfano in ogni sagra poltronistica ( casomai mi piacerebbe sviscerare il significato degli interessi altissimi e del vero potere che si anniderebbe nel Consiglio superiore della magistratura, come afferma l'antenna alfaniana, tale Pizza )e la crisi bancaria dei crediti deteriorati che sta creando apprensione a livello di sistema e a quello degli obbligazionisti fiduciosi, non nella solvibilità della banche, ma nella loro posizione di privilegio nel sistema, noto, corrotto e "sicuro", vigente fino all'apparir del vero dell'adesione alla valuta comune. In questo senso, la diatriba fra semplicità amministrativa, costi quel che costi e rilancio di dispersione di fondi pubblici, appena rastrellati con campagne fiscali di inaridimento della spesa, che rilancerebbero la corruzione e la farebbero ancora più bulimica, in previsione di un'occasione sfuggente, è la dicotomia fra onestà e ladrocinio. Le maggiori banche italiane, per dimensione, sono sull'orlo del fallimento, insieme ai loro avidi sottoscrittori, per aver rappresentato aree politiche, aver assunto o fatto assumere ogni sorta di raccomandato, aver orientato i loro finanziamenti verso progetti di clientelismo politico ed essersi legate a correnti politiche alle quali subordinavano ogni valutazione di merito riguardo alla dilapidazione dei capitali. Solo da un certo momento in poi e, precisamente, dalla fine della guerra fredda, con l'implosione del comunismo europeo, la silente e, a quanto dice Pizza, "potentissima" magistratura italiana ha cominciato ad interpretare il ruolo del castigamatti, su entità di facciata, ormai deprivate di un potere reale che non fosse quello, autoreferenziale, dell'appropriazione indebita e dei favori. Una cura semplice, ma da cavallo, che il governo italiano, per mentenere le ultime lusinghe di consenso, vuole evitare, secondo la logica del tamponiamo i prossimi sei mesi, poi vedremo. Che cosa? Grecia, italia e Spagna non sono la Gran Bretagna e la mediocrità dei rimedi e delle decisioni è lì, a testimoniarlo. Dovrebbero, Stati forti, ricchi e rigorosi addivenire al mantenimento di vizi consolidati, come si aspettano, conformemente a quanto hanno disordinatamente ottenuto per generazioni i "clientes" di ogni potere? Presumibilmente non avverrà, a meno che l'alienazione di sovranità si trasformi in alienazione di beni materiali, strategici per mantenere un'autocompromessa autonomia. Ma perché, poi, dato che, fra non molto, sarnno in grado di comprarseli, semplicemente.

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