martedì 26 luglio 2016

La guerra di civiltà dissimulata, perché incongrua agli interessi materiali.

Un prete normanno, un parroco di ottantaquattro anni anni, come tanti ce ne sono a causa della crisi delle vocazioni, mai avrebbe pensato di finire sgozzato alla fine della sua vita. A Rouen, un paio di imitatori dello stillicidio quotidiano, lo hanno sequestrato ed ucciso, hanno ferito altri fedeli e sono stati sbrindellati dal fuoco della polizia, venti minuti dopo. Uno di loro è irriconoscibile all'esame autoptico. "Daesh", hanno pronunciato prima dell'immolazione del sacerdote e del suicidio atteso, che è la traduzione araba dell'acronimo Isis; hanno agito, secondo la pronta propaganda di un'agenzia ufficiale del Califfato, che usa, ogni volta, la stessa formula rituale, come se si trattasse di un "format", conferendo all'omicidio il significato di un atto di ritorsione, biblica o coranica, poco importa, alla guerra perpetrata contro la regione di cui detengono il controllo. Il presidente Hollande, del resto, non fa che parlare di guerra, cercando una giustificazione all'aggressione energetica, in concorrenza, che il suo paese conduce in prospettiva "pozzi petroliferi". L'Islam non c'entra - se non si è ancora detto, si dirà - abbiamo buoni rapporti con le comunità islamiche, chioseranno le autorità, intendendo con quelle finanziate e mantenute di sana pianta dall'Arabia Saudita, che, insieme alle moschee, finanzia anche il terrorismo, ma la chiamata ad uccidere, dovunque e in qualsiasi momento, gli infedeli, è niente di più e niente di meno che una Fatwa, un obbligo morale e un ordine, la cui mancata esecuzione farebbe del musulmano un apostata, anziché un martire da premiare, molto materialmente, nel paradiso di Allah. Anche la chiesa cattolica fraternizza con queste comunità, che non se ne fidano, ma abbozzano diplomaticamente, pronte a farsi un baffo della conclamata amicizia, anche perché islamici e cristiani sono storici nemici. Una guerra sotterranea, filosofica, ideologica e religiosa, che muore e dà la morte a un livello inferiore, in quanto strumentale, di pregnanza. Ma, senza gli sciocchi, le guerre sarebbero state sostituite, da quel che non so.

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