lunedì 25 luglio 2016

Ma. in tutto questo, i popoli non c'entrano.

C'è una tendenza grave e indefinita alla semplificazione di ogni evento ad impatto generale. Nei decenni appena trascorsi, alla perdita delle clientele democristiane, cioè popolari, al nord si è costituito il pregiudizio in movimento: il leghismo era ed è la rivendicazione plebea, nella forma possibile ( ma è da vedersi ) dei privilegi perduti. In tutto il mondo organizzato all'occidentale, i nazionalismi sono risorti come gli zombie dai loro sepolcri, intatti, casomai ridotti in piccole sette di iniziati, riferentisi ad un sentimento superficiale di massa. E' così in Germania e, soprattutto, nella piccola Austria e la prima sensazione di una conseguenza del rigetto sui più giovani, alla base dei gesti e dei fatti denunciati - tranquillamente ammessi - in quelle società, sta trovando in queste ore le prime attese conferme. Alcuni gruppi informali, ma con le loro divise e i loro simboli - in particolare dei cappellini marroncini circolari, si sono costituite in Austria e simili raggruppamenti per la civiltà, non ariana, non bianca, ma teutonica, sono attivi in Germania e influenzano i comportamenti, soprattutto dei ragazzi, la cui convivenza con gli islamici diventa impossibile e suscita reazioni uguali e contrarie. Sparatorie, per ora, a parte. Sul fronte umanitario si pratica la dottrina impraticabile dell'accoglienza indifferenziata e si mettono sotto traccia le differenze culturali, per le quali, ad esempio, un islamico dovrebbe assoggettarsi non ad Allah, ma al pensiero giacobino ed illuminista o a quello romantico-autoritario tedesco. Mentre in Germania, l'adesione più o meno consapevole è trascinata da una ferrea educazione, con tanti strascichi di barbarismi nel tempo libero, nei Paesi che l'hanno importata, compresa la stessa Francia, la componente cattolica, ad esempio, come per altri versi quella islamica, se ne distanzia, pur avendo acquisito il costume di rispettarla. Gli islamici ne stanno semplicemente fuori. Il mondo cattolico, la metà del mondo cattolico, è affascinata dal millenarismo gesuitico di Francesco I, ma la società politica, tranne quella italiana che ne conosce la natura e si barcamena, se ne distanzia, si chiude a riccio e tuona di un neo isolazionismo. La sinistra, più falso liberal che mai, in Paesi imitatori come l'Italia o...il Giappone, dove non recita, provoca guai, spesso senza accorgersi, alle latitudini settentrionali, che i furbi latini, sudditi finanziari, li inducono a far mostra di accoglienza in una società ostile, nella quale le possibilità di contatto fra le etnie risiedono nell'insulto reciproco. Soprattutto, la società civile, che non si spacca il capo con soluzioni precarie e saggiamente ritenute impossibili, riprende delle forme di radicalismo sentimentale che puzzano di nazismo lontano un miglio. La Gran Bretagna, in fondo, ha espresso la sua ripulsa popolare anche all'immigrazione, incrementata dagli accordi europei. La Turchia, a metà strada fra mentalità moderna e fondamentalismo popolare, vive il processo inverso, involvendo, anche perché rifiutata dall'Unione europea, verso riedizioni regionali del Sultanato od Impero ottomano, con repliche sanguinose dell' intelligence nord americana e contro repliche dittatoriali. Anche l'Iran vive la medesima esperienza, con gli Ayatollah al potere e l'opinione laica e evoluta duramente represssa. Per fortuna, a tutt'ora Turchi ed Iraniani sono su posizioni difformi, ma lo erano anche Turchi e Russi, impegnati in duelli aerei, ora in fase di ritessitura diplomatica come se niente fosse successo, esattamente come con Israele: prima amici, poi di nuovo nemici, adesso, esntrambi delusi dall'ultima politica americana, di nuovo disposti al dialogo. Quando questa presidenza, che ha influito timidamente, solo alla fine eppur in maniera avvertibile, sugli assetti strategici, terremotandoli, per aver attenuato il pugno di ferro, passerà agli atti, toccherà alla democratica, ma finanziariamente invasiva Hillary Roda Clinton, giocare di intrighi e sorrisi, alla luce di una moralità fioca, oppure a Donald Trump, che, se eletto, sarebbe il primo presidente a dispetto degli apparati, nella nazione più influente ( anche attraverso i colpi di Stato ) del mondo attuale, apparentemente alla luce di un neo-isolazionismo, connaturato alla natura conservatrice americana, che poi, richiamato dal disordine che si verificherebbe in gran parte del mondo, sarebbe costretta di nuovo ad intervenire.

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